Lunedì 29 Aprile 2024

Voto di scambio
i Lombardo non
rispondono al Pm

L'ex presidente della Regione Raffaele Lombardo e suo figlio Toti, deputato all'assemblea regionale siciliana, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere nell'ambito dell'inchiesta avviata dalla Procura di Catania in cui sono indagati, assieme ad altre tre persone, per voto di scambio. I due esponenti politici hanno notificato questa loro decisione ai pm per iscritto. A dare il via all'inchiesta al cui centro ci sono le regionali in Sicilia del 2012, sono state le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. La squadra mobile della Questura di Catania ha eseguito intercettazioni ambientali e telefoniche e ascoltato in particolare uno degli altri indagati, Ernesto Privitera. A lui, secondo l'accusa, Toti al telefono, e Raffaele Lombardo di presenza, avrebbero assicurato delle assunzioni in un'impresa privata per la raccolta dei rifiuti in cambio di voti.

A carico di Lombardo è attualmente in corso a Catania, davanti al Gup Marina Rizza, il processo col rito abbreviato condizionato, per concorso esterno all'associazione mafiosa e voto di scambio aggravato. Le stesse accuse riguardano il fratello Angelo, ex deputato nazionale del Mpa, che ha scelto il rito ordinario. Le prossime udienze, che saranno dedicate alla discussione da parte della pubblica accusa, sono in programma i prossimi 16, il 17 e il 18 luglio. Nata da uno stralcio dell'indagine Iblis dei carabinieri del Ros di Catania su presunti rapporti tra Cosa nostra, politica e imprenditori, l'inchiesta era sfociata con un processo per reato elettorale davanti al giudice monocratico per Raffaele Lombardo e suo fratello Angelo. La Procura poi presentò per entrambi una richiesta di archiviazione per concorso esterno all'associazione mafiosa che il Gip Luigi Barone, in camera di consiglio, rigettò disponendo l'imputazione coatta. Nel frattempo i pm contestarono l'aggravante mafiosa per il reato elettorale, atto che di fatto concluse il processo davanti al giudice monocratico. Le accuse dei due fascicoli così confluirono in un unico procedimento davanti al Gip Marina Rizza. (ANSA)

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