Due 23enni, il tunisino Haj Hammouda Radouan e il marocchino Hamid Bouchab, sono i due presunti scafisti fermati la notte scorsa dalla squadra mobile della Questura etnea nell’ambito delle indagini della Procura di Catania sul naufragio del barcone nel Canale di Sicilia in cui sono morti almeno 17 migranti, comprese dodici donne, una neonata di pochi mesi e una bambina di circa 2 anni. I reati contestati dal procuratore capo Giovanni Salvi e dal sostituto Monia Di Marco sono favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, omicidio volontario plurimo e naufragio. Dalle indagini è emerso che il tunisino avrebbe svolto il ruolo di conducente del peschereccio, un’imbarcazione in legno di 20-25 metri sulla quale, secondo stime degli investigatori, viaggiavano oltre 200 migranti. I due, secondo la tesi della Procura, avrebbero determinato deliberatamente un’avaria all’imbarcazione, in modo da giustificare un intervento di soccorso in acque internazionali. Ma l’acqua imbarcata e il movimento improvviso dei migranti sul peschereccio ne ha causato il capovolgimento.Sono in corso da parte della polizia, con il coordinamento della Procura, le attività di identificazione delle vittime icui corpi sono stati portati nell’obitorio del cimitero di Catania. (ANSA).
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