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A Catania nave
con i 49 morti

E' approdata al Molo centrale del Porto di Catania la nave norvegese "Siem Pilot" con a bordo 312 superstiti e le salme dei 49 migranti morti all'interno della stiva del barcone soccorso al largo delle coste libiche dal pattugliatore della Marina Militare Cigala Fulgosi. Sulla banchina sono ancora in corso le operazioni di sbarco dei migranti, che sono complessivamente 416. Altri 104 a bordo di un gommone sono stati infatti soccorsi dalla nave tedesca Werra e trasferiti poi sull'imbarcazione norvegese.

Le operazioni di accoglienza sulla banchina, coordinate dalla Prefettura di Catania, sono affidate a una task force formata dalla Croce a Rossa, dalle organizzazioni umanitarie e dalle associazioni di volontariato, oltre alle forze dell'ordine e alla Guardia Costiera. Le vittime dell'ultima tragedia avvenuta nel Canale di Sicilia - tutti uomini- erano nella stiva del barcone perchè avevano pagato ai trafficanti un prezzo minore rispetto ai compagni di viaggio sistemati sulla coperta. La morte sarebbe stata causata dai gas di scarico dei motori. La procura della repubblica di Catania ha aperto una inchiesta per identificare gli scafisti e risalire ai responsabili della strage. Oggi a Catania, durante i festeggiamenti estivi in onore di Sant'Agata, patrona della città, al passaggio delle reliquie in piazza San Placido non verranno esplosi i tradizionali fuochi d'artificio ma saranno lanciati 49 palloncini bianchi in cielo per ricordare le vittime della tragedia. L'amministrazione comunale ha proclamato per domani il lutto cittadino.

E' giunto nel porto di Reggio Calabria il pattugliatore croato 'Andrija Mohorovicic' con a bordo i 350 migranti di varie nazionalità soccorsi al largo della costa della Calabria. A bordo del mezzo c'è anche il cadavere di una persona deceduta durante la traversata. Tra i migranti ci sono 167 uomini, 88 donne e 99 minori. Le loro condizioni di salute sono buone. Nel porto sono scattate le operazioni di primo soccorso e di identificazione che sono coordinate dalla Prefettura di Reggio Calabria. I medici delle Aziende ospedaliera e sanitaria stanno effettuando tutti gli accertamenti medici sui migranti, che al termine delle verifiche saranno trasferiti in varie regioni in base al piano predisposto dal Ministero dell'Interno.

49 morti asfissiati in stiva barcone - Ammassati uno sopra l'altro nella stiva di una carretta del mare di soli 14 metri, con la poca aria resa irrespirabile dai fumi del carburante. Sono morte così 49 persone - che non avevano probabilmente pagato abbastanza agli scafisti per permettersi di stare sul ponte - partite dalle coste libiche nelle prime ore del giorno di Ferragosto. "Non sarà l'ultima tragedia se non si risolve il problema della Libia", ha commentato il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. La richiesta di aiuto è giunta, come di solito avviene, con una telefonata da un satellitare. E' stata dirottata quindi in zona la nave Cigala Fulgosi della Marina Militare. L'elicottero del pattugliatore alle 7 di ieri mattina ha localizzato l'imbarcazione a soli venti miglia dalla Libia. Ferma, stracarica di passeggeri, solo pochissimi dei quali con un giubbotto salvagente. Inizialmente, dunque, sembrava un intervento come altri che in questo periodo si susseguono nel canale di Sicilia. Ma quando gli uomini della Marina sui gommoni sono saliti a bordo, i passeggeri hanno subito parlato di morti.

E' il comandante del Cigala Fulgosi, il capitano di fregata Massimo Tozzi, a raccontare cosa si sono trovati davanti i soccorritori: "una scena terribile: decine di corpi senza vita ammassati uno sull'altro nella stiva, mentre le donne si disperavano per i loro cari morti". Nessuna traccia di scafisti e la nave non sembrava governata. La probabile causa di morte è l'asfissia per inalazione di combustibile, dato che i corpi esaminati non presentavano segni di ferite. Come avviene in questi viaggi della disperazione, chi può permettersi di pagare di più ottiene un posto all'aperto e magari anche un salvagente o un giubbotto di salvataggio; per gli altri c'è la stiva. Il barcone era partito presumibilmente da poche ore. Ma era talmente carico che la sua sorte era segnata. L'intervento della Marina ha evitato che la tragedia fosse ancora più pesante. "Ma è questo che facciamo - ha replicato il capitano - prestare soccorso a chi è in difficoltà in mare è il nostro compito". Alla fine, i militari della Marina hanno contato 49 cadaveri.

 Sono stati presi a bordo insieme ai 312 superstiti. Tra loro 45 donne e tre minori. I soccorsi ed i corpi sono stati quindi trasferiti sulla nave norvegese Siem Pilot che fa parte della missione europea Frontex. Catania, ha detto il sindaco Enzo Bianco, "si appresta a dare accoglienza ai superstiti e pietosa sepoltura alle vittime". "Il mondo - ha sottolineato il ministro Alfano nella tradizionale conferenza stampa di Ferragosto, nel corso della quale era appena arrivata la notizia della nuova strage - non può attendere di fronte alla crisi della Libia che è un vulcano acceso non di fronte all'Italia, ma all'Europa. O la comunità internazionale è in grado di risolvere la situazione lì o la tragedia di oggi non sarà l'ultima". Il ministro ha risposto anche alle critiche del segretario generale della Cei, mons. Galantino, che nei giorni scorsi aveva accusato il Governo di essere del tutto assente sull'immigrazione. "Noi - ha puntualizzato - facciamo un mestiere diverso dalla chiesa e comunque do per buona la rettifica delle parole di monsignor Galantino e non quello a lui in un primo momento attribuito". E poi, ha aggiunto, "noi facciamo fino in fondo quello che è il dovere di una grande democrazia: salviamo vite e rimpatriamo chi non fugge da guerre o da persecuzioni, ma arriva illegalmente sul nostro territorio".

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