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Omicidio Loris, cinque le perizie depositate dal Pm

Omicidio Loris, cinque le perizie depositate dal Pm

Sono cinque le perizie suppletive depositate alla cancelleria del Tribunale il 19 novembre dal Pubblico ministero, Marco Rota, nell'ambito del procedimento contro Veronica Panarello, accusata dell'omicidio del figlio Loris: quattro riguardano aspetti tecnici in merito all’allineamento delle telecamere che hanno scandito i tempi di quella mattina del 29 novembre e dei giorni precedenti; alla riconoscibilità dell’auto di Veronca Panarello; e all’ingresso ed uscita delle sagome dall’abitazione della famiglia Stival. La perizia medica datata 18 settembre, firmata da Giuseppe Iuvara e Giovanni Bartoloni, sembrerebbe fugare ogni dubbio in merito al fatto che i polsi del bambino siano stati legati dopo, quando Loris, secondo i tecnici era già in uno stato di “grave compromissione di coscienza, ovvero a funzioni vitali irrimediabilmente compromesse" ed è verosimile che il mezzo usato per legare le manine, giunte, sia lo "stesso mezzo usato per lo strangolamento". A proposito delle fascette, il padre di Loris, Davide Stival, ne ha parlato qualche giorno fa negli uffici della squadra mobile, dove è stato nuovamente sentito. Domande per comprendere evidentemente alcuni aspetti del racconto che Veronica "ridefinisce". Macchinosa la ricostruzione della consegna delle fascette. Davide, dal racconto che fa agli inquirenti, ha percepito subito che qualcosa non andava. Le fascette non erano al "solito posto", "non erano a vista, in quanto, tolte dalla mensola su cui erano solitamente riposte, le ho rinvenute dietro ad altri oggetti". Poi Veronica, a consegna delle fascette avvenuta, chiede con insistenza al marito di verificare se ce ne siano anche in macchina. Nulla nell’abitacolo, nel cofano non ha controllato. Gli inquirenti chiedono poi a Davide se ha mai visto giocare Loris con le fascette. Risposta affermativa. Loris in passato, secondo quanto ricorda il padre, aveva legato con quelle fascette dei pupazzi alla culla del fratellino; lo aveva visto fissare i cerchioni della macchina della sua mamma un paio di settimane prima. Le aveva utilizzate anche per altri scopi, incalzano gli inquitenti. "No, non ha mai utilizzato le fascette per scopi diversi da quelli descritti". Dell'udienza preliminare parla anche il nonno paterno di Loris, Andrea Stival, che spiega perché ha deciso di costituirsi parte civile: «L'obiettivo di Andrea Stival è la ricerca della verità. Per questo ha deciso di costituirsi parte civile e di essere a fianco del figlio Davide nel processo per l'omicidio del nipote, Loris». Lo dice l’avvocato Francesco Biazzo, legale del nonno di Loris, che ha partecipato all’udienza preliminare nei confronti di Veronica Panarello, la donna accusata di avere ucciso il figlio di otto anni, un anno

fa, a Santa Croce Camerina. «Andrea Stival è sereno - ha aggiunto Biazzo - è molto addolorato e determinato. La ricerca della verità per un delitto atroce, che ha segnato tutta la famiglia, è il motivo per cui ha deciso di essere anch’egli in aula, affidandomi il suo patrocinio». Intanto, la scuola elementare di Santa Croce Camerina intende ricordare il piccolo Loris. Una targa sarà sistemata davanti alla classe del piccolo Loris Stival, nel plesso «Falcone Borsellino». La targa sarà scoperta il 29 novembre, alle 9.30. Sopra c'è scritto: «Il vivo ricordo, se non cancella il dolore, ci consente di pensarti né spento né lontano, ma vicino a noi, al sicuro nei nostri cuori dove continui a giocare e a sorridere. Per sempre!».

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