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Mafia, arresti nel nisseno

La squadra mobile di Caltanissetta e il commissariato di polizia di Gela (Cl) hanno eseguito, durante la notte, 22 ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Gip, su richiesta della Dda nissena, nei confronti di altrettanti esponenti delle "famiglie" Emmanuello e Rinzivillo, di "Cosa Nostra" gelese, nell'ambito di una operazione denominata "Redivivi". Sono indagati, a vario titolo, di associazione mafiosa, finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e alle estorsioni. Determinante la collaborazione di alcuni commercianti, che, con il sostegno dell'associazione antiracket "Gaetano Giordano", nel 2014, hanno trovato il coraggio di denunciare l'imposizione del "pizzo", le minacce e le intimidazioni subite. Con gli arresti di oggi (18 in carcere, 4 ai domiciliari) gli inquirenti ritengono di avere ricostruito i nuovi assetti di "Cosa Nostra" a Gela, di averne individuato il nuovo reggente, "decapitato" i vertici e sgominato l'organizzazione. Gli imprenditori presi di mira dai malviventi operano nel settore del recupero del materiale ferroso e dei teloni di plastica che periodicamente vengono sostituiti per la copertura delle serre nelle campagne tra Gela e Vittoria (Ragusa). Non a caso gli esponenti delle famiglie Rinzivillo ed Emmanuello avevano stretto alleanza con gli affiliati della "Stidda" vittoriese e si sentivano così forti e sicuri da imporre ai serricoltori il servizio di "guardiania" a pagamento. All'accusa di attività estorsiva gli inquirenti aggiungono quella di avere gestito "un fiorente traffico di stupefacenti" che sarebbe servito al mantenimento delle famiglie mafiose. I particolari dell'operazione saranno resi noti alle 10 nella sala-stampa della procura di Caltanissetta. (AA)

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