Martedì 30 Aprile 2024

Mafia: fermati sei esponenti di una cosca

I Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito sei provvedimenti di fermo, emessi dalla Dda, nei confronti di persone accusate a vario titolo di omicidio, tentato omicidio, associazione mafiosa e reati legati al possesso di armi. Le indagini riguardano la famiglia mafiosa di Santa Maria di Gesù e avrebbero svelato il coinvolgimento della cosca nell'omicidio di Salvatore Sciacchitano e nel ferimento di Antonino Arizzi, avvenuti a Palermo il 3 ottobre scorso. Dalle attività investigative è emerso anche che i vertici del clan venivano designati attraverso elezioni a cui partecipavano uomini d'onore, secondo una prassi di cui i pentiti hanno parlato negli anni '80. Alcuni dei fermati sarebbero coinvolti nell'agguato a Sciacchitano, punito per aver partecipato, poche ore prima di essere ucciso, al ferimento di Luigi Cona, personaggio vicino a Cosa nostra.

C'è anche uno dei sette ergastolani condannati e poi scagionati dal processo per la strage di via D'Amelio costata la vita al giudice Paolo Borsellino tra i sei fermati dai carabinieri nell'ambito dell'inchiesta, coordinata dalla Dda di Palermo, che ha fatto luce su un omicidio dell'ottobre scorso. Si tratta di Natale Gambino finito in cella insieme a Giuseppe Greco, già arrestato e condannato per associazione mafiosa. I due, intercettati, parlano esplicitamente del rinnovo dei vertici dell'associazione mafiosa.

Per decidere alleanze e candidature avevano scelto una sala da barba: è lì, nel cuore del feudo mafioso di Santa Maria di Gesù, che i boss si riunivano prima di dar via alle elezioni per il rinnovo dei vertici del clan. E' uno dei particolari dell'inchiesta dei carabinieri che ha anche fatto luce sull'omicidio di Salvatore Sciacchitano, ucciso il 3 ottobre scorso a Palermo e che ha portato a sei fermi. Sciacchitano avrebbe partecipato a un agguato contro un pregiudicato vicino alla cosca. Dopo poche ore sarebbe stato punito: segno della capacità militare del clan, in grado di organizzare in pochissimo tempo una reazione militare all'aggressione di uno dei suoi. Dall'inchiesta, dunque, emerge il ritorno ai vecchi metodi di designazione dei capi, una sorta di "democratizzazione" criminale seguita agli anni di tirannia dei corleonesi di Totò Riina.

I fermati nell'operazione antimafia ''Torre dei diavoli'' a Palermo sono il boss Giuseppe Greco, 53 anni, Domenico Ilardi, 19 anni, Gabriele Pedalino, 19 anni, Lorenzo Scarantino, 21 anni, Francesco Urso, 32 anni, Giuseppe Natale Gambino, 57 anni. (AA).

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