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Strategie decise
in una sala da barba

Strategie decisein una sala da barba

Per decidere alleanze e candidature avevano scelto una sala da barba: è lì, nel cuore del feudo mafioso di Santa Maria di Gesù, che i boss si riunivano prima di dar via alle elezioni per il rinnovo dei vertici del clan. E' uno dei particolari dell'inchiesta dei carabinieri che ha anche fatto luce sull'omicidio di Salvatore Sciacchitano, ucciso il 3 ottobre scorso a Palermo e che ha portato a sei fermi. Sciacchitano avrebbe partecipato a un agguato contro un pregiudicato vicino alla cosca. Dopo poche ore sarebbe stato punito: segno della capacità militare del clan, in grado di organizzare in pochissimo tempo una reazione militare all'aggressione di uno dei suoi. Dall'inchiesta, dunque, emerge il ritorno ai vecchi metodi di designazione dei capi, una sorta di "democratizzazione" criminale seguita agli anni di tirannia dei corleonesi di Totò Riina.

C'è anche uno dei sette ergastolani condannati e poi scagionati dal processo per la strage di via D'Amelio costata la vita al giudice Paolo Borsellino tra i sei fermati dai carabinieri. Si tratta di Natale Gambino finito in cella insieme a Giuseppe Greco, già arrestato e condannato per associazione mafiosa. I due, intercettati, parlano esplicitamente del rinnovo dei vertici dell'associazione mafiosa.

Bacio sulla fronte al padrino, votazioni per eleggere i vertici della cosca ormai però ridotta a un pugno di uomini. Le indagini dei carabinieri - che hanno fermato sei persone anche per omicidio - hanno sollevato il velo sul mandamento di Santa Maria di Gesu', un tempo uno dei più potenti in Sicilia sotto lo scettro di Stefano Bontade, e mostrano una nuova Cosa nostra. Le telecamere e le microspie degli investigatori hanno ripreso le riunioni con i discorsi dei mafiosi sulle elezioni e i baci che a turno davano in fronte al nuovo padrino Giuseppe Greco, un rito rispettato da tutti anche da Salvatore Profeta, consigliori del boss, vecchio uomo d'onore scarcerato dopo il processo di revisione per la strage di via D'Amelio a Palermo, e finito nuovamente in carcere un mese fa. Il bacio in fronte era già stato documentato nell'inchiesta che aveva portato in carcere Profeta. (AA)

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