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Catania ricorda Pippo Fava

"Quando Pippo Fava combatteva la mafia con la forza della verità molti pensavano che, prima o poi, avrebbe pagato con la vita quella sua 'incoscienza'. Era tutt'altro che incosciente. Credeva che non esistesse altro modo per interpretare degnamente la professione di giornalista e ripeteva spesso: 'a che serve essere vivi, se non si ha il coraggio di lottare?'". Così, con un post su Facebook, il presidente del Senato, Pietro Grasso, ricorda Pippo Fava a 32 anni dal suo assassinio sottolineando che "passione, coraggio e rigore non gli mancarono mai: la mafia, non potendo piegarlo, lo uccise il 5 gennaio di 32 anni fa. Alla tristezza per la sua dolorosa assenza si aggiunge quella per la recente scomparsa della figlia Elena che ha fieramente tenuto viva la memoria di un uomo a cui tutti noi dobbiamo molto". "Pippo Fava - prosegue Grasso - non è stato solo un grande giornalista ma anche e soprattutto un grande veicolo di forza e dignità per la Sicilia e l'Italia intera: è infatti stato maestro di tante persone che hanno trovato nei suoi ideali una ragione per impegnarsi, per combattere la cultura mafiosa, per non arrendersi alle difficoltà anche quando sembrano insormontabili. Gli uomini così sono preziosi e abbiamo il dovere di ricordarli e di raccontare le loro storie ai nostri figli e nipoti, come ha fatto Elena fino all'ultimo giorno".

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