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Fondi all’agricoltura biologica l’ultimo pasticcio della Regione

Fondi all’agricoltura biologica l’ultimo pasticcio della Regione

Sono ottomila le aziende siciliane impegnate nella bioagricoltura che rischiano di dover restituire i fondi messi a disposizione dall’Unione europea per il settore.

Nel marzo dell’anno scorso, infatti, il Tar Sicilia, accogliendo il ricorso d una cinquantina di imprese escluse, ha annullato la graduatoria dell’assessorato regionale all’Agricoltura per l’assegnazione dei fondi europei. E la sentenza con cui si definivano poco chiari i criteri per la selezione degli aventi diritto, fino a dare l’impressione che i finanziamenti erano distribuiti a pioggia a diverse tipologie di biologico senza alcuna differenziazione, non è stata appellata, per cui, nel dicembre scorso, i giudici del Tar hanno emesso un’ordinanza per ribadire la nullità degli atti precedenti, nominando commissario esecutore la segretaria generale della Regione Patrizia Monterosso.

Il bando annullato dal Tar è del 2012 ed è entrato in vigore nel 2013. Da allora al marzo del 2015, le aziende ammesse ai fondi hanno ricevuto, complessivamente, 180 milioni e ne avrebbero dovuti incassare altri 140. Se i lavori, essendo stato annullato il bando di gara e la graduatoria che ne è seguita, non potranno essere certificati, la Regione siciliana dovrà restituire all’Unione europea 320 milioni. «Proveremo a ricorrere in appello — ha dichiarato la dottoressa Sara Barresi, direttore generale dell’assessorato regionale all’Agricoltura — contro l'ordinanza che ribadisce la nullità degli atti. Purtroppo ho scoperto soltanto recentemente che, nonostante la mia richiesta all'avvocatura dello Stato, non abbiamo fatto appello al Cga contro la sentenza che bocciava la nostra procedura. Un fatto sul quale dovrà essere fatta chiarezza. Nelle more, non abbiamo potuto fare altro che bloccare tutto l'iter, nella speranza di poter ancora fare qualcosa per far rivivere il bando». «Auspico che l'Assessorato – ha dichiarato l’avvocato Massimo Cavaleri, che con l’avv. Salvatore Cittadino ha assunto la difesa dei 50 imprenditori che hanno promosso il ricorso al Tar – trovi una soluzione per le aziende escluse illegittimamente dall'assegnazione dei fondi, preservando le aspettative degli imprenditori che, a torto o a ragione, rischiano seriamente di dover restituire l'aiuto percepito».

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