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La vertenza Versalis in Prefettura

Maria Carmela Librizzi

Ragusa - Il “caso Versalis” finisce anche sul tavolo della Prefettura. A portare la spinosa vertenza all’attenzione del prefetto Maria Carmela Librizzi sono stati il sindaco Federico Piccitto e i sindacati confederali, che, da mesi, si battono per avere risposte da Eni sul mantenimento dei siti produttivi gemelli di Priolo e Ragusa e dei livelli occupazionali.

Il prefetto Librizzi ha garantito un intervento nei confronti dei ministeri competenti. A loro verrà rappresentata la situazione di grave allarme che si è venuta a determinare nel territorio provinciale, anche perché si mette a serio rischio il futuro della chimica iblea. Ma questo non sarà il solo atto che il rappresentante del governo si è impegnata a mettere in atto. Accogliendo la richiesta del sindaco Piccitto, Librizzi promuoverà, in tempi brevi, un incontro con i rappresentanti del governo regionale ed i parlamentari nazionali e regionali della provincia di Ragusa.

All’incontro, oltre a Piccitto, hanno preso parte i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil e le segreterie territoriali di categoria, Filctem, Femca e Uiltec. Proprio Giorgio Saggese, Filippo Scollo e Giuseppe Scarpata hanno evidenziato che «l’Italia rischia di rimanere senza chimica e raffinazione da un giorno all’altro. In Sicilia, inoltre, sarà il deserto industriale». I rappresentanti sindacali di categoria, inoltre, hanno rimarcato: «Non abbiamo certo paura di una cessione delle quote Eni a un fondo internazionale di private equity per la chimica Versalis, ma occorre sapere, e subito, quante di queste quote saranno vendute e che ruolo avrà Eni, se di garanzia e controllo oppure di semplice socio di minoranza con una porta sempre aperta per una retrocessione totale dalla chimica».

Il sindaco Federico Piccitto, da parte sua, ha rappresentato al prefetto Librizzi la gravità del momento per lo stabilimento chimico di Ragusa, una situazione, ha sottolineato, «che richiede la massima attenzione da parte di tutti i rappresentanti delle istituzioni». Da qui l’esigenza di mettere a punto, in un incontro istituzionale, una linea strategica comune per difendere il patrimonio industriale della provincia di Ragusa e dell’intera Sicilia.

I rappresentanti sindacali, da parte loro, hanno messo il dito nella piaga, spiegando che la situazione che si è venuta a determinare «mette a rischio la continuità lavorativa delle maestranze iblee a seguito di una scelta scriteriata di Eni di smobilitazione, mettendo così fine, con l’avallo del governo nazionale, ad un capitolo della storia industriale della chimica e della raffinazione siciliana».

Il prossimo passaggio di questa vertenza sarà rappresentato dall’incontro che il prefetto Librizzi andrà a convocare nei prossimi giorni. Un momento che andrà ad aggiungersi alle altre iniziative che i sindacati metteranno in atto sia a Priolo che a Gela, a difesa di chimica e raffinazione e dei posti di lavoro.

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