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Omicidio Dezio, famiglia di agricoltori in stato di fermo

Omicidio Dezio, famiglia di agricoltori in stato di fermo

VITTORIA – Sono rinchiusi nel carcere di Ragusa in attesa dell’interrogatorio di garanzia i quattro componenti del nucleo familiare di agricoltori vittoriesi, padre e tre figli, posti in stato di fermo dai carabinieri per l’omicidio dell’imprenditore agricolo di Vittoria Giuseppe Dezio, 64 anni. Secondo quanto ricostruito dai militari dell'Arma, Dezio, a causa di una banale lite tra vicini di casa confinanti, è morto accoltellato all’addome proprio per mano di uno dei componenti della famiglia arrestata: si tratta del 70enne Gaetano Pepi, e dei figli Antonino, Alessandro e Marco, rispettivamente di 42, 38 e 26 anni. Tutti si coprono a vicenda e così risulta impossibile stabilire chi abbia materialmente ferito a morte Dezio. Sarebbe stato Pepi ad assumersi, alla fine di un lungo interrogatorio, tutte le responsabilità, ma la sua versione non convince del tutto il sostituto procuratore Valentina Botti, titolare dell’inchiesta. Per tutti l’accusa è di omicidio in concorso. Non è stata finora trovata neppure l’arma del delitto, ovvero un coltello o forse una roncola. Ieri i carabinieri sono tornati nella zona dell'omicidio alla ricerca del coltello o della roncola. Invece, in una serra della famiglia Pepi hanno trovato una pistola Beretta cal. 7.65 completa di cartucce (detenuta legalmente ma in un posto diverso da quello denunciato) e nell'azienda della vittima un fucile semiautomatico cal. 12 con la matricola cancellata. Nelle prossime ore quindi padre e figli saranno sentiti dal magistrato alla presenza del legale di fiducia. In un primo momento i Pepi avevano ammesso la lite con la vittima, ma non l’omicidio. Dopo la furibonda rissa nella quale era rimasto ferito in maniera lieve anche il più giovane dei Pepi, uno dei contendenti aveva tirato fuori un oggetto appuntito, probabilmente una roncola, sferrando i fendenti mortali che non avevano concesso scampo a Dezio, accasciatosi al suolo in una pozza di sangue, a pochi passi dalla sua azienda agricola in contrada Alcerito, poco dopo le 14 di martedì scorso. I quattro Pepi erano quindi stati assaliti dalla paura e avevano preso la via dei campi per una improbabile fuga, subito bloccata dai carabinieri, nel frattempo chiamati assieme ai soccorsi da alcuni testimoni oculari del fatto di sangue, tra cui il figlio della vittima, che avrebbero assistito impotenti all’omicidio. L'agricoltore e i suoi tre figli erano stati intercettati dopo una breve battuta nelle campagne circostanti dai militari. Causa scatenante della lite sfociata nel sangue era stata una strada interpoderale, il cui accesso sarebbe stato ad un certo punto vietato dalla vittima, scatenando la furia omicida. Pare che l´agricoltore 70enne e i suoi figli utilizzassero da tempo la trazzera per accedere ai campi con i trattori ed altri mezzi agricoli, approfittando della servitù di passaggio. Ad un certo punto, nell'ambito di liti tra vicini che sarebbero già intercorse più volte, Dezio aveva deciso di chiudere una volta per tutte l'accesso alla strada, sostenendo che era parte integrante della sua proprietà. Da qui l'ennesima, drammatica lite per i confini territoriali, finita in tragedia. Pare che l'uomo sia morto sul colpo a causa delle coltellate che hanno danneggiato organi vitali. A questo punto ogni dubbio sarà sciolto dall’autopsia. Il corpo dell'impreditore agricolo si trova nell’obitorio dell’ospedale Civile di Ragusa.

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