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Tecnis e collegate "asservite"
a cosa nostra

Ros sequestrano azioni a tre società

Le società Tecnis Spa, Artemis Spa e Cogip Holding Srl sarebbero state "asservite alla famiglia catanese di cosa nostra" e, oltre che a rimpinguarne le casse, avrebbero "consentito agli esponenti apicali dell'organizzazione di governare in qualche modo l'indotto, ottenendo sub appalti e forniture a imprese vicine alla organizzazione mafiosa ed accrescere il proprio potere e prestigio anche presso le famiglie palermitane, consentendo ad imprese loro vicine di infiltrare il settore delle commesse pubbliche". Questa la motivazione del provvedimento con il quale la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania ha disposto l' amministrazione giudiziaria e il sequestro delle relative quote ed azioni societarie. Il provvedimento è stata illustrato durante una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il Procuratore della Repubblica di Catania Michelangelo Patanè e il comandante del Ros dei carabinieri Gen. Giuseppe Governale. "Si è potuto verificare nel corso di circa 10 anni - ha detto Patanè - che queste azienda dovevano pagare a cosa nostra, avere collegamenti con essa, si dovevano inserire in appalti e in lavori cospicui del Palermitano, ma in stretto collegamento ed asservimento dei voleri di cosa nostra". Per le tre aziende è stato nominato un amministratore giudiziario, il Prof. Ruperto, che sostituirà gli amministratori per un periodo di sei mesi, ulteriormente rinnovabile, per "risanare e reimmettere nel mercato l'azienda, in modo che possa operare nel rispetto delle regole ed al riparo da interventi della criminalità organizzata". Il provvedimento trae fondamento da più attività investigative, corroborate da dichiarazioni di collaboratori di giustizia e da quelle degli stessi imprenditori. Sulla scorta di questo gli investigatori ritengono che Tecnis SpA (e le relative compagini) abbia subito coartazioni nel libero svolgimento delle attività imprenditoriali.

La Tecnis ha un capitale sociale di 32 milioni di euro interamente versato e le relative azioni sono suddivise in egual misura tra le società Cogip Holding srl e Artemis SpA, la prima riferibile a Francesco Domenico Costanzo e la seconda a Concetto Albino Bosco Lo Giudice. Alla ditta è stato sospeso il certificato antimafia in seguito al coinvolgimento dei componenti del suo Cda, Mimmo Costanzo e Concetto Bosco, finiti agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta 'Dama Nera' della Procura di Roma su presunte tangenti all'Anas. La società, operante nel settore edile (realizzazione di strade e autostrade, ferrovie e metropolitane, edilizia sanitaria, parcheggi, interporti e infrastrutture marittime), è presente sia sul mercato nazionale che estero (attraverso partecipazioni in imprese controllate con sede in Brasile, Emirati Arabi, Libia, Nigeria, Romania, Sudan e Tunisia). Ha un organico medio di 305 dipendenti. Ha partecipazioni in imprese controllate italiane tra cui Risanamento San Berillo Srl, Porto Turistico Marina di Ragusa SpA e Marina di Naxos Srl ed è partecipe in circa 60 associazioni temporanee di impresa aggiudicatarie di appalti pubblici. La Artemis esercita l'attività di direzione e coordinamento nei confronti della Tecnis SpA e delle sue controllate, mediante lo svolgimento di attività consistenti in indicazioni strategiche, formulazione di politiche generali di gruppo e conseguente pianificazione e controllo delle attività e indicazioni operative specifiche su modalità gestionali, sul reperimento dei mezzi finanziari, su politiche di bilancio, sulla scelta dei fornitori e dei contraenti in generale. La Cogip è una holding che ha lo scopo di realizzare la massima sinergia operativa tra le società appartenenti al gruppo, attraverso la gestione delle partecipazioni, degli immobili e finanziaria nei confronti delle società partecipate, l'erogazione di servizi di consulenza e la direzione ed il coordinamento nei confronti delle società controllate. (A.A.)

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