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E Cristo... “rese omaggio”
al capomafia

E Cristo... “rese omaggio” al capomafia

La processione del Venerdì Santo cambia percorso: per rispettare quello storico, secondo gli autori della variazione; per passare davanti la casa del boss Francesco La Rocca, detenuto in regime di 41 bis, è il sospetto degli investigatori. A fare chiarezza sull’accaduto sarà la Procura di Caltagirone che ha aperto un’inchiesta per turbativa dell’ordine pubblico, per il momento senza indagati, ma che presto potrebbe avere i primi iscritti, su quando accaduto la sera del 25 marzo scorso a San Michele di Ganzaria, paese della provincia di Catania.

Con indagini avviate già durante la processione da carabinieri che hanno ripreso con telecamere e foto la deviazione e il “contenzioso” che si era aperto sulla via: da una parte i ‘tradizionalistì che non hanno accettato la linea imposta dalla chiesa, con un taglio al percorso storico, facendo nascere il sospetto che il cambiamento non fosse gradito neppure ai familiari del boss; dall’altra chi ha contestato le modifiche. Provocando le immediate reazioni del parroco, del comandante dei carabinieri e del sindaco di San Michele di Ganzaria che si sono dissociati dalla decisione.

«Non so cosa ci sia dietro al cambio di percorso che era stato deciso dalla chiesa – spiega il sindaco Gianluca Petta, che la stessa sera del Venerdì Santo si è tolto la fascia tricolore per protesta e ha seguito il corteo da semplice cittadino – sarà la magistratura ad accertare eventuali responsabilità, ma non si può accettare il disattendere delle disposizioni: il rispetto delle regole vale sempre, anche quando non ci piacciono. Poi, ed è un fatto, c’è stata una grande manifestazione di fede, fortemente partecipata e ordinata, che si è conclusa due ore prima del solito».

Durante la cerimonia, il fercolo del Cristo morto, portato in spalla da una ventina di persone con al seguito un centinaio di fedeli mentre gran parte della folla è rimasta nella piazza principale, ha abbandonato il percorso ufficiale raggiungendo piazza Monte Carmelo, dove si trova la casa del boss La Rocca, uno dei capimafia fedeli alla “famiglia” Santapaola di Cosa nostra di Catania. L’urna, che non si è fermata, è stata salutata dall’applauso dei presenti, tra cui alcuni familiari del capomafia. Non c’è stato alcun “inchino”.

«Ma il fatto stesso che si sia deviato il percorso della processione – commenta il procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera – è inconcepibile. Dobbiamo capire cosa è accaduto veramente e se ci sono eventuali responsabilità. Ho delegato le indagini ai carabinieri e aspetto una loro relazione per i prossimi giorni».

Investigatori che dovevano avere avuto sentore di possibili iniziative del genere visto che c’erano anche dei militari dell’Arma in borghese a seguire la processione con tanto di telecamera e macchina fotografica. Da riprese e scatti si risalirà a dinamica e identità delle persone coinvolte che potrebbero essere, a partire da oggi, eventualmente denunciate alla Procura di Caltagirone e indagate.

«Il percorso storico prevedeva il passaggio al Monte Carmelo – osserva il sindaco – e in altre strade, indipendentemente da chi vi abita. Ma se le indagini dimostreranno che qualcuno, anche se pochi sconsiderati, ha sbagliato è giusto che paghi assumendosene personalmente la responsabilità, perché – chiosa Petta – la nostra è una comunità sana che condanna questi gesti».

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