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Giro di squillo, due in arresto

Carabinieri Modica sequestro

MODICA – Avevano organizzato un giro di prostituzione in grande tra il Ragusano e il Siracusano i due modicani arrestati dai carabinieri per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. L’operazione dei militari della compagnia di Modica, diretti dal capitano Edorado Cetola, segue di appena tre giorni quella portata a termine dai colleghi di Ragusa che avevano chiuso un’altra casa del piacere a Marina, allontanando due prostitute rumene e denunciando il titolare della casa data loro in affitto, un pensionato 80enne ragusano. Senza contare le altre case del piacere chiuse negli scorsi mesi, circa una ventina. Insomma, il business del sesso deve tirare davvero tanto, se non si finisce di scoprire nuove alcove del sesso mercenario. Le manette stavolta sono scattate ai polsi di Vincenzo Giannì, pensionato 57enne, e di Rosario Pitino, 50 anni, disoccupato, entrambi di Modica e già noti per vari reati. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip di Ragusa Giovanni Giampiccolo, su richiesta del pubblico ministero titolare dell’indagine Valentina Botti. I due indagati, secondo quanto accertato dai carabinieri, gestivano una vera e propria rete di immobili, una pluralità di abitazioni site tra Modica, Marina di Modica, Ragusa e Siracusa, delle quali ne avevano la disponibilità in qualità di proprietari o locatari, e che concedevano in locazione a più persone affinché queste potessero esercitare la prostituzione. L’attività degli indagati veniva svolta con carattere sistematico e ad un livello quasi imprenditoriale, come se gestissero delle normali strutture ricettive, garantendo alle prostitute la turnazione nei vari immobili, circa una quindicina. I due modicani esigevano però dei canoni di locazione eccedenti i valori di mercato, lucrando sui guadagni delle prostitute, favorendo e sfruttando l’attività del meretricio. Un giro di affari da decine di migliaia di euro, garantito dal frequente avvicendamento nelle varie abitazioni di persone dedite alla prostituzione, non solo donne, ma anche trans. In tal modo i clienti trovavano sempre facce nuove “a sorpresa”. Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno accertato che gli indagati concedevano in locazione dei monolocali alle singole prostitute per il corrispettivo di circa 50 euro al giorno, suggerendo loro di esibire, in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine, ricevute da 90 euro per tre giorni, oppure di dichiarare che il corrispettivo era di 30 euro al giorno con un contratto di locazione con finalità turistiche. Le indagini hanno consentito ai carabinieri di individuare il modus operandi dei due indagati, che, dopo aver individuato le prostitute, provvedevano a reperire gli immobili dove far esercitare loro il meretricio e si occupavano di accompagnarle dal punto di arrivo, solitamente la stazione dei treni o dei pullman, fino all’appartamento prescelto. Inoltre i militari hanno identificato le donne ed i trans che man mano si avvicendavano nelle varie abitazioni degli indagati, di solito di nazionalità straniera. Si tratta soprattutto di soggetti sudamericani, ma anche rumeni ed italiani, di ogni età e per ogni “gusto”. Infatti, le prostitute e i trans offrivano servizi di ogni tipo per soddisfare ogni richiesta dei clienti, tanto che, nel corso dei vari controlli effettuati dai carabinieri, all’interno delle abitazioni sono stati trovati oggetti del mestiere di ogni genere, anche i più impensabili. L’attività investigativa è cominciata nel settembre del 2015, quando i militari dell’arma erano intervenuti in due appartamenti di via Mercè, a Modica. I militari avevano notato un frequente viavai di persone e, nella circostanza, avevano identificato alcuni clienti che avevano dichiarato di aver intrattenuto dei rapporti sessuali a pagamento con le ragazze che alloggiavano negli immobili. In quell’occasione Giannì se la cavò con una denuncia in stato di libertà per il reato di favoreggiamento della prostituzione, mentre i due appartamenti furono sottoposti a sequestro preventivo. Ma indagando sul conto del modicano, i militari scoprirono questo autentico giro di prostituzione a livello imprenditoriale portato avanti con il complice Pitino. Entrambi gli indagati sono stati sottoposti ai domiciliari.

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