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"Assessore non capisce
abbia rispetto per noi"

Chiude Villa Piccolo,

"Signor assessore, non vogliamo mancarle di rispetto affermando che lei non capisce, ma la preghiamo di avere altrettanto rispetto per noi, per quello che diciamo e per quello che rappresentiamo". Comincia così una lettera del Cda della Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella all'assessore regionale ai Beni culturali, Carlo Vermiglio, che ieri ha affermato l'imminente versamento da parte della Regione di quanto dovuto alla Fondazione, dopo che nei giorni scorsi il presidente si era dimesso e annunciato la chiusura del museo a causa di un intoppo burocratico: la Regione non avrebbe versato il dovuto per una discrepanza di 50 centesimi nei conti. "Abbiamo scritto - osserva il Cda - e detto in ogni sede che non cerchiamo denari ma offriamo progettualità. Il suo comunicato di ieri sera, in cui informa che finalmente, a tanti mesi di distanza, è stato emanato un decreto (non si comprende bene per decretare cosa, visto che si tratta di un incasso dovutoci 'iure privatorum' e non di un finanziamento pubblico), al fine di consentirci, un giorno, di ottenere quanto è nel nostro diritto. Infatti, i soldi sono stati incassati dalla Regione grazie a una mostra da noi organizzata e il suo decreto, guarda caso datato solo ieri, dimostra che è arrivata al suo assessorato solo l'eco delle nostre proteste ma non il contenuto delle nostre proposte".

"Noi pretendiamo rispetto. Le evidenziamo, come dovrebbe ben sapere, che c'è una legge in vigore nella Regione - continua la missiva - che lei amministra: la 51 del 1995. In quel provvedimento sono indicate quattro istituzioni culturali, tra cui la Fondazione Piccolo, evidentemente ritenute meritevoli di un provvedimento ad hoc, destinatarie di previsioni legislative da anni regolarmente disapplicate dalla Regione siciliana. Secondo il principio di legalità conosciuto a casa nostra, le leggi si applicano o si abrogano. Non si ignorano. I suoi uffici, da anni conoscono la problematica; abbiamo inviato numerose missive a proposito. Tutte regolarmente rimaste senza riscontro, con le quali sollecitavamo sostanzialmente l'applicazione di quelle norme". "Si faccia dare il carteggio dai suoi solerti funzionari - concludono Giuseppe Benedetto, Aurelio Pes, Andrea Pruiti Ciarello e Alberto Samonà - o se lo ritiene, glielo possiamo fare avere noi. Solo dopo che sarà sciolto questo nodo potremo decidere tutti insieme il futuro per la 'casa del Gattopardo', per quella villa Piccolo che vuole continuare a rappresentare un faro di civiltà, bellezza, cultura e legalità per la Sicilia". (AA)

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