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Antoci: ora è la mafia che deve avere paura

Antoci: ora è la mafia che deve avere paura

Sono proseguite per tutta la notte le indagini della polizia di Stato sull'agguato avvenuto ieri, sulla statale che collega Cesarò e San Fratello, nel Messinese, al presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, e alla sua scorta. Agenti della squadra mobile hanno eseguito altri rilievi sulla scena del delitto e sentito le persone presenti sulla scena della sparatoria. Sono stati numerosi i colpi di arma da fuoco, esplosi con un fucile caricato a pallettoni, contro l'auto blindata sulla quale viaggiavano Antoci e la sua scorta. Nelle indagini sono coinvolti anche altri reparti di alta specializzazione della polizia di Stato. L'inchiesta è coordinata dal procuratore Guido Lo Forte e dai sostituti Vito Di Giorgio, Angelo Cavallo e Fabrizio Monaco.

Esami del Dna sulle tracce di sangue trovate vicino al luogo dell'agguato e rilievi scientifici sulle due bottiglie Molotov trovate nel bosco attraversato dalla strada statale che collega Cesarò e San Fratello, nel Messinese. Sono alcuni degli accertamenti in corso da parte della polizia di Stato che indaga sull'agguato al presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, e alla sua scorta. Impronte digitali e tracce biologiche si cercano sulle due bottiglie incendiare lasciate dagli assalitori nel bosco, prima di fuggire a piedi, protetti dalla folta natura e dal buio. Le indagini sono eseguite dalla squadra mobile di Messina e coordinate dal procuratore Guido Lo Forte e dai sostituti Vito Di Giorgio, Angelo Cavallo e Fabrizio Monaco.

"Quello che emerge è che la mafia sta rialzando la testa la 'terza mafia' della provincia di Messina quella dei Nebrodi, una delle organizzazione criminale tra le più antiche e pericolose". Lo ha dichiarato il procuratore di Messina Guido Lo Forte parlando dell'agguato a Antoci. "Dopo che i clan di Barcellona Pozzo di Gotto e di Messina sono stati colpiti in maniera forte anche dalle operazioni antimafia, i 'Batanesi' e i 'Tortoriciani' stanno cercando di recuperare terreno e spazi".

"La mafia ha da sempre interesse su pascoli, agricoltura e i finanziamenti europei. Non posso dire altro sull'inchiesta in corso, ma sicuramente ci saranno presto degli sviluppi". Lo ha dichiarato il procuratore di Messina Guido Lo Forte che, parlando dell'agguato a Antoci ha aggiunto: "l'attentato di ieri al presidente del Parco dei Nebrodi è di assoluta gravità, e da subito i miei sostituti della Dda Cavallo e Di Giorgio si sono recati sul posto per apprendere elementi utili alle indagini. Sono state interrogate diverse persone". Il procuratore ha ribadito che "sicuramente presto ci saranno sviluppi". Un "attacco da guerriglia civile", con scene da "terrorismo mafioso", con tanto di bottiglie Molotov per incendiare auto blindata e costringere gli occupanti a scendere. Ma il 'commando' non ha fatto i conti con la reazione del vicequestore Davide Manganaro e degli altri poliziotti. Così un investigatore impegnato nelle indagini sull'agguato al presidente del Parco del Nebrodi, Giuseppe Antoci, e alla sua scorta, sulla dinamica della sparatoria. Gli aggressori sarebbero "almeno tre", ma, sottolinea, è "difficile dirlo con precisione". La ricostruzione si basa sulle testimonianze della vittime: "hanno visto il lampo procurato da ogni esplosione, ma non le persone che hanno sparato". Per l'investigatore, la "mafia ha alzato il tiro" e un agguato del genere "non può non che essere deciso ad alti livelli". "Hanno sottovalutato - conclude l'investigatore - che la reazione dello Stato sarà più forte di prima e che adesso l'attenzione su di loro sarà altissima, fino a quando non li prenderemo". 

"Da oggi parte la fase due: è la mafia che deve avere paura, li colpiremo con legnate ancora più forti". Lo afferma il presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, all'indomani dell'agguato di cui è stato vittima con la sua scorta. "Io non mi fermo - aggiunge - continuerò a fare soltanto il mio lavoro e il mio dovere. Ho riposato e dopo la fase 1, parte la fase due: andare avanti senza fermarsi con maggiore determinazione".

"Lo Stato c'è, le Istituzioni si stanno muovendo tutte. La risposta sarà determinata e confermeremo che c'è una squadra che è più forte: picchieremo duro". Lo afferma il presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, all'indomani dell'agguato di cui è stato vittima con la sua scorta. "E' passata la stanchezza - aggiunge - adesso occorre tenere alta la tensione e continuare a fare squadra: insieme siamo più forti. La mafia ha dimostrato di avere paura e di temerci".

Se il presidente del Parco Nebrodi Giuseppe Antoci è vivo lo si deve al "coraggio" del vice questore aggiunto Daniele Manganaro: lo sottolinea in una nota il segretario nazionale dell'Associazione Nazionale Funzionari di Polizia Lorena La Spina che chiede "al ministro dell'Interno ed al Capo della Polizia, ciascuno per la parte di competenza, di avviare l'iter per il riconoscimento della medaglia d'oro al valore civile e per la promozione per merito straordinario". Manganaro "ha salvato la vita al Presidente del Parco dei Nebrodi Antoci ed ai due uomini della sua scorta. Sulla strada tra Santo Stefano di Camastra e San Fratello, Antoci è stato vittima di un agguato di mafia, che avrebbe potuto causare una vera e propria strage, se il dott. Manganaro non avesse deciso - si legge nella nota dell'Afnp - di seguire l'auto del presidente del Parco. E così, benché avesse già finito il suo turno, avendo visto che l'auto di Antoci aveva lasciato la piazza del Comune, è salito sulla volante per raggiungerlo, ben conoscendo la pericolosità di quei luoghi. Uditi gli spari, ha capito subito cosa stesse succedendo e giunto sul posto non ha esitato ad impugnare l'arma, mettendo in fuga i malviventi, benché la propria auto non fosse blindata e non disponesse di particolari protezioni. Intuito, coraggio, iniziativa e spirito di servizio hanno animato il suo prezioso intervento, che ha salvato la vita di tre persone, dimostrando una volta di più che ogni giorno la Polizia di Stato vive ed agisce per il bene dei cittadini e dell'intera collettività".

"L'attentato al Presidente del Parco dei Nebrodi è un fatto gravissimo, compiuto con modalità tipicamente mafiose. La Commissione Ambiente si recherà al più presto in missione in Sicilia per incontrare Giuseppe Antoci e le autorità locali, non solo per portare la solidarietà del Parlamento ma anche per comprendere bene la situazione sul campo e rafforzare la presenza dello Stato". Lo ha affermato Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera, a margine dell'audizione stamane del ministro Galletti.

"Lo Stato e le Istituzioni mi sono vicine, non mi sento solo, anzi. Ho soltanto voglia di riprendere a fare il mio lavoro". Lo afferma il presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, all'indomani dell'agguato di cui è stato vittima con la sua scorta. "Ho dormito bene - aggiunge - sono relativamente tranquillo. Ho superato subito la fase della stanchezza. Sento la vicinanza di tutti. Ho ricevuto centinaia di telefonate, ma non ho potuto rispondere a tutti. Mi ha cercato due volte il premier Renzi, il ministro Alfano verrà in Sicilia, così come la presidente dell'Antimafia, Rosy Bindi".

Le segreterie di Cgil, Cisl e Uil di Messina ribadiscono "solidarietà e vicinanza al presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci e agli agenti della scorta per il vile agguato subito". I sindacati "esprimono apprezzamento per l'azione di legalità condotta nella gestione delle aree ricomprese nel Parco dei Nebrodi" e "confermano il sostegno al contrasto di qualsiasi forma di attività malavitosa che si contrappone allo sviluppo del nostro territorio". Cgil, Cisl e Uil annunciano l'adesione e la partecipazione di proprie delegazioni alla manifestazione di solidarietà che si svolgerà sabato prossimo a Sant'Agata di Militello.(ANSA)

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