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Discarica chiusa a fine mese, è allarme

Discarica Ragusa

Ragusa - L’emergenza rifiuti è dietro l’angolo. Dall’1 giugno chiuderà la discarica di Cava dei Modicani, l’unica in funzione in tutto il territorio provinciale ed utilizzata dai comuni di Ragusa, Chiaramonte Gulfi, Giarratana e Monterosso Almo. A fine mese, infatti, scadrà la proroga urgente firmata dal commissario dell’ex Provincia Regionale e non sarà possibile ottenere ulteriori deroghe. A meno che non intervenga direttamente la Regione.

La chiusura della discarica assume una rilevanza ancora maggiore perché l’amministrazione comunale di Ragusa non ha costruito o progettato nulla per sopperire alla grave mancanza. Il progetto per la quarta vasca, lasciato in eredità dalla precedente amministrazione, è stato accantonato e, subito dopo, cancellato dal sindaco Federico Piccitto. Adesso, per Ragusa resta solo una strada percorribile: andare a conferire i rifiuti in un’altra discarica siciliana, con conseguente aggravio dei costi per l’intera collettività. E sempre che se ne trovi una che non sia chiusa o che rischi di chiudere nel breve periodo. Perché quella dell’emergenza rifiuti è una realtà che tocca da vicino tutta la Sicilia.

Nelle scorse settimane si era ipotizzato un ricorso agli altiforni della Colacem (l’industria cementiera che ha stabilimenti produttivi a Ragusa e Pozzallo), ma dopo aver lanciato l’idea dalla Regione non sono arrivati atti conseguenti. Mentre gli ambientalisti hanno subito alzato il tono per contrastare un’eventualità che viene considerata alla stregua di una sciagura.

Così, Cava dei Modicani ha i giorni contati. E con essa anche le maestranze che, per 17 anni, hanno prestato servizio nella discarica. Per loro la prospettiva imminente è quella del licenziamento. Si tratta di lavoratori che sono tutti sulla soglia dei cinquant’anni e,      quindi, di difficile ricollocamento nel mondo del lavoro. Sempre che si riesca a trovare qualcosa nell’asfittico sistema lavorativo della provincia di Ragusa. Per questo la Cgil ha cominciato ad alzare la voce, annunciando, a partire da oggi, che nel cantiere si svolgeranno due ore di assemblea sindacale ad ogni fine turno. Proclamato anche un primo giorno di sciopero: si svolgerà il 30 maggio. In quella data la discarica resterà chiusa e i rifiuti, di conseguenza, rimarranno sulle strade.

La Cgil Funzione Pubblica l’avvio di un immediato confronto con i liquidatori dell’Ato Ragusa Ambiente, il consiglio d’amministrazione della Srr Ragusa e la direzione dell’Ufficio provinciale del lavoro. Al tavolo, si chiede espressamente, deve sedere anche l’Ispettorato provinciale del lavoro. L’obiettivo del sindacato è quello di arrivare alla firma di un’intesa per avviare immediatamente la procedura di post-mortem della discarica. Inoltre, si chiede l’attivazione di una stazione di trasferenza e l’individuazione «di qualsiasi altra posizione lavorativa che possa garantire la continuità lavorativa sia all’interno del ciclo integrato dei rifiuti che in ogni altro ambito della provincia di Ragusa».

Senza l’attivazione di questo tavolo, le proteste si faranno ancora più dure e lo sciopero rischia di essere proclamato ad oltranza. Insomma, tempi assai duri per Ragusa e per la raccolta dei rifiuti, mentre si attende ancora l’affidamento del nuovo servizio di raccolta, che dovrebbe portare la differenziata “porta a porta” in tutta la città.

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