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Entro ottobre i bandi
per i termovalorizzatori

Entro ottobre i bandi per i termovalorizzatori

Acquisita la firma del ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti sull’ordinanza che autorizza la Regione siciliana a conferire i rifiuti nelle discariche fino al 30 novembre, ora a Palazzo d’Orleans si corre per attuarne i contenuti.

Entro il mese, ha assicurato l’assessore all’Energia Vania Contrafatto, sarà portato in giunta il provvedimento contenente le disposizioni di Palazzo Chigi per superare l’emergenza rifiuti. Compresa quella inserita al “punto 14” dell’ordinanza, per cui ogni anno dovranno esserne smaltite almeno 700 mila tonnellate attraverso l’impiego dei termovalorizzatori.

Nell’ordinanza non ne è precisato il numero. Potranno essere due, come auspicato da Palazzo Chigi, o cinque, ciascuno di portata inferiore, come proposto dal presidente della Regione Rosario Crocetta. In ogni caso, entro il prossimo ottobre, il governo regionale dovrà procedere «alla predisposizione di apposita procedura di evidenza pubblica per la realizzazione di termovalorizzatori». Eccoli, quindi, gli inceneritori da costruire seguendo «le migliori pratiche disponibili in materia di tutela ambientale e della salute umana entro un fabbisogno stimato in circa 700 mila tonnellate l'anno». La mole di rifiuti da bruciare è limitata a 700 mila tonnellate perché, nel frattempo, dovrà essere stata già avviata la raccolta differenziata, per cui sono previste multe per i comuni inadempienti e, in caso di resistenza, perfino il commissariamento. In quanto agli inceneritori, nell’ordinanza si precisa che dovranno essere realizzati «esclusivamente» in «aree in esercizio a discariche pubbliche, ovvero in aree pubbliche dismesse di discariche non in esercizio, ovvero in aree industriali, anche in prossimità delle stesse».

Per accelerare i tempi, l’ipotesi più concreta, sembra quella della riconversione in termovalorizzatori di impianti già esistenti, in particolare nelle zone industriali. Per la costruzione di un impianto ex novo, infatti, occorrerebbero almeno cinque anni, mentre per la riconversione di un impianto già esistente, come, ad esempio, una centrale elettrica “dismessa”, gli adattamenti potrebbero essere effettuati in un anno e mezzo. Per cui ci sarebbe già chi pensa alla “riconversione” della centrale Edipower di Pace del Mela e alle centrali di Augusta e Termini Imerese.

In alternativa a Termini Imerese si prospetta l’ipotesi di Bellolampo, sopra Palermo, dove già opera un impianto di trattamento meccanico-biologico. Per il quarto inceneritore si è tornati a parlare di Casteltermini, nella zona di Aragona, nell’agrigentino, dove, sotto il governo Cuffaro, si sarebbe dovuto realizzare uno dei quattro megainceneritori bocciati dall’Unione europea, mentre per il quinto si ripropone, tanto per cambiare, Motta Sant’Anastasia.

Nel frattempo, non essendo stata prevista con l’ordinanza appena entrata in vigore alcuna deroga per le discariche di Siculiana e Gela, i mezzi di molti comuni della Sicilia occidentale saranno costretti a percorrere centinaia di chilometri per poter conferire i rifiuti raccolti. Addirittura 300 nel caso di Marsala, che dovrebbe conferire i propri rifiuti nella discarica della Sicula Trasporti, tra Catania e Lentini.

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