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Candidati a sindaco indagati: voto di scambio con la mafia

Municipio di Vittoria

VITTORIA – Un terremoto giudiziario sta scuotendo Vittoria a poche ore dal voto di ballottaggio tra i candidati sindaco Giovanni Moscato e Francesco Aiello. Avvisi di garanzia per voto di scambio con la mafia locale sono stati notificati ieri a nove persone, tra cui i due candidati a sindaco al ballottaggio. Gli altri sette indagati sono il sindaco uscente Giuseppe Nicosia, il fratello Fabio, in passato consigliere provinciale, la candidata a sindaco per il Pd Lisa Pisani, piazzatasi quarta nella competizione elettorale del 5 giugno, Cesare Campailla, candidato al consiglio comunale nella lista di Moscato, e poi ancora Maurizio Di Stefano, Raffaele Di Pietro e Raffaele Giunta.

L’inchiesta della procura di Catania, coordinata dal sostituto procuratore Valentina Sincero e dal procuratore aggiunto Amodeo Bertone, scaturirebbe dalle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, Biagio Gravina e Rosario Avila, relative in particolare alle precedenti elezioni comunali di Vittoria, ma con riferimenti anche a quelle in corso, seppure in maniera meno rilevante. Pochissimi i dettagli che trapelano dal fitto riserbo che caratterizza la vicenda. E' comunque certo che gli uffici elettorali ed i comitati elettorali sono stati perquisiti dalla guardia di finanza e dagli uomini della Dia, la direzione investigativa antimafia di Catania, che stanno indagando per l'ipotesi di reato di scambio elettorale politico mafioso.

Francesco Aiello, 70 anni, storico esponente del Pci, deputato regionale per tre legislature ed ex assessore regionale all’Agricoltura, è stato più volte sindaco di Vittoria. Aiello è sostenuto dalle liste Azione democratica, Psi e altri. Aiello, dopo aver lasciato il Pd, ha aderito a «Sicilia Futura», il nuovo soggetto politico lanciato lo scorso 22 ottobre a Catania dal vicesegretario Pd Lorenzo Guerini e dal sottosegretario al Miur Davide Faraone. Giovanni Moscato. avvocato di 39 anni, è legato al centrodestra ed è sostenuto dalla coalizione formata da «Se la ami la cambi», «Riavvi Vittoria», «Spazio Aperto» e «Sviluppo Ibleo». Nel 2006 e nel 2011 è stato eletto al consiglio comunale. Al primo turno, è stato il più votato con 9.891 preferenze pari al 35,61%. Aiello ha raggiunto invece il 26,69% frutto di 7.412 voti. Tra i due , dunque, una differenza di 8 punti di percentuale ed uno scarto di 2.499 voti.

Non si sono fatte attendere le reazioni degli interessati. «Confermo – dichiara il sindaco uscente Giuseppe Nicosia – di avere ricevuto un’informazione di garanzia, assieme ad altri soggetti, per voto di scambio, e ritengo doveroso che l’opinione pubblica sappia immediatamente, dal momento che rivesto ancora, anche se per pochi giorni, un ruolo pubblico, tutto ciò che riguarda il sindaco della città. La cosa mi lascia basito e addolorato, pur nella assoluta certezza che si tratti di calunnie che, al vaglio della magistratura, nella quale ripongo piena fiducia, non potranno che rivelarsi come tali, e non potranno che scontrarsi con l’ultraventennale attività professionale da me svolta in favore delle vittime della criminalità, nonché con le decine di azioni giudiziarie intentate contro esponenti dei clan mafiosi, dai quali è naturale aspettarsi vendette, anche attraverso false accuse. Il coinvolgimento nell’indagine di altri soggetti – prosegue Nicosia – comunque impegnati nell’agone politico, e che sento di ritenere anch’essi, anche quelli più distanti dalla mia posizione politica, vittime di un’ingiustificata e infondata accusa infamante, mi fa temere un generalizzato e indiscriminato attacco all’immagine e al futuro della città. Su alcune cose non mi sono mai voluto esprimere, ma a più riprese la macchina del fango, finora sempre smentita dagli approfondimenti giudiziari, si è diffusa nei gangli vitali, nei settori economici e in quelli politici della città, con il coinvolgimento di settori criminali che evidentemente non hanno gradito l’azione di legalità portata avanti con determinazione dalla mia amministrazione. Detto ciò, avendo ormai terminato il mio mandato, continuerò da privato a difendere la mia immagine e la mia onorabilità, ma anche l’immagine della città, e lo farò, come è mia abitudine, nelle sedi giudiziarie, nelle quali, ne sono convinto, la verità riesce sempre a trionfare. In quelle stesse sedi denuncerò per calunnia chi ha inteso vendicarsi calunniandomi. Sebbene io ritenga fantasiose, infamanti e prive di fondamento le accuse che mi vengono mosse, la mia etica mi induce sin da ora a manifestare la mia assoluta indisponibilità a ricoprire in futuro cariche o ruoli nel partito, fin quando non sarà accertata, come sono assolutamente fiducioso che accadrà, la mia assoluta estraneità ai fatti che mi vengono contestati. E non intendo avvalermi neanche di un’eventuale prescrizione – conclude il sindaco uscente – perché voglio che sia la magistratura ad acclarare e a smascherare il disegno criminoso che esponenti mafiosi, evidentemente toccati dalla mia azione e dalle mie denunce contro i clan, e ispirati da chissà chi, hanno inteso macchinare».

Il candidato sindaco Giovanni Moscato si chiama fuori da questa vicenda: «Il mio nome non figura in nessuna delle dichiarazioni dei soggetti che hanno acceso i riflettori su questa vicenda al vaglio della magistratura inquirente». Anche il competitor al ballottaggio Francesco Aiello si dice tranquillo, confermando di andare avanti e fino in fondo nel suo impegno per la città che gli ha tributato così tanti voti a testimonianza di una fiducia che dura nel tempo. Pure la candidata sindaco Lisa Pisani, piazzatasi quarta nelle preferenze alle urne di domenica scorsa, si dice serena, chiamandosi fuori dalla vicenda. La Pisani ripone piena fiducia nella magistratura, fiduciosa del fatto che tutte le circostanze saranno presto chiarite nelle opportune sedi, dove potrà ribadire la sua totale estraneità ai fatti.

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