Domenica 28 Aprile 2024

Estorsione, condannati in quattro

Tribunale di Ragusa

RAGUSA – I giudici del Tribunale di Ragusa hanno condannato cinque vittoriesi che erano finiti sotto processo dopo l'operazione «Night watching», condotta dalla polizia il 9 novembre 2013. Gli imputati, ciascuno per le proprie responsabilità, avrebbero imposto servizi di sicurezza e vigilanza a decine di imprenditori e commercianti di Vittoria, ai danni dei quali sarebbero stati organizzati danneggiamenti e furti per indurli ad avvalersi della protezione della consorteria, che aveva preso di mira la quasi totalità di aziende agricole, impianti serricoli, botteghe e magazzini dell’Ipparino. L'obiettivo sarebbe stato quello di imporre la vigilanza notturna sui beni delle vittime, costrette a versare da 200 a 700 euro al mese all’istituto di vigilanza privata abusivo «La Custode», usato come copertura, e che risultava formalmente fornitore di servizi di controllo alle aziende. E' comunque caduta per tutti la pesante accusa di associazione mafiosa.

Le condanne sono arrivate solo per tre delle 17 estorsioni contestate, altre due per reati legati all'attività irregolare di vigilanza ed una per favoreggiamento. Sette anni e nove mesi di reclusione e 7.600 euro di multa, con la recidiva, sono stati inflitti a Massimiliano Avola, 37 anni. Sei anni e tre mesi e 5.600 euro di multa a Francesco Guastella, 53 anni. I due sono stati assolti da 14 casi di estorsione e dall'illecita concorrenza. Tre mesi ciascuno, invece, sono stati inflitti ai cugini Gianluca Rotante, 36 anni, ed Enzo Rotante, 44, per avere avviato un'attività di vigilanza senza le autorizzazioni previste. I due Rotante sono stati assolti dal reato di estorsione e sono cadute per i quattro imputati anche le accuse di furto con cavallo di ritorno. Per il solo favoreggiamento (non era mai stato accusato di associazione mafiosa) è stato condannato ad un anno e tre mesi l'allora sovrintendente della polizia Santo Ruggeri, 49 anni. Quest´ultimo aveva riferito in aula di non aver mai avuto contatti con gli altri imputati e di conoscere di vista solo Avola in quanto frequentavano la stessa palestra.

Il tribunale ha disposto l'invio degli atti alla Procura perché proceda contro tre agricoltori che avrebbero pagato il pizzo, pur non negandolo in aula: ora rischiano un processo per falsa testimonianza. Il pm della Direzione distrettuale antimafia Valentina Sincero aveva chiesto una maxi condanna complessiva di poco meno di 60 anni di carcere per tutti gli imputati.

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