Piano Borsellino rivoluzionato, decreto Balduzzi rispettato. Territori “quasi” tutti soddisfatti. L’assessore alla salute, Baldo Gucciardi, sapeva di non potere accontentare tutti: la coperta è corta, e i paletti del dm 70/2015, che ha imposto alla Regione la riprogettazione della rete ospedaliera sull'emergenza-urgenza, andavano rispettati.
Individuati i dipartimenti di emergenza e accettazione (Dea) e gli ospedali di base.
La Regione si allinea con lo Stato e nella nuova rete ospedaliera, che l’assessore ha consegnato ai suoi manager perché possano presentare le opportune osservazioni, e che domani pomeriggio si troverà a discutere con i sindacati: sono previsti tre hub, quindici spoke, 23 presidi ospedalieri di base, sette ospedali in zone disagiate e tre ospedali di comunità, con funzioni più o meno ambulatoriali e la presenza di medici di base, psicologi e infermieri. Al via gli ospedali riuniti: più nosocomi sotto un'unica amministrazione centrale. Naturalmente questo comporterà la ridistribuzione dei reparti e l’inevitabile soppressione di alcuni reparti negli ospedali per evitare doppioni. Saltano i pronto soccorso che non prevedono più di 20 mila accessi l'anno, ma ancora non è chiaro quale resterà per esempio a Catania.
I tre mega ospedali sono: il Civico di Palermo, il Cannizzaro di Catania e il policlinico di Messina.
A Palermo gli spoke saranno quelli del Policlinico, di “Villa Sofia-Cervello” e del Buccheri La Ferla. I presidi ospedalieri di base sono quelli che mantengono almeno quattro unità operative come i pronto soccorso, la chirurgia generale, la medicina generale e l'ortopedia: saranno l'Ingrassia, il Giglio di Cefalù, il Civico di Partinico e il “Cimino” di Termini Imerese. Confermati i presidi in zone disagiate come Corleone e Petralia Sottana, che rappresentano i cosiddetti Presidi territoriali di emergenza (Pte).
A Catania gli spoke saranno l'Arnas Garibaldi, il Policlinico e l'Asp etnea. Il primo è composto dal “Garibaldi” e dall'ospedale pediatrico “Nesima”; il secondo dal "Rodolico", dal Vittorio Emanuele Ferrarotto e dal Santo Bambino; all'Asp farà capo invece il polo di Gravina-Caltagirone.
Lo “spoke” di Ragusa sarà l'ospedale “Arezzo”, mentre i presidi ospedalieri di base saranno quelli di Modica e gli ospedali riuniti di Vittoria e Comiso (salta il pronto soccorso al Regina Margherita di Comiso). L'ospedale di comunità è a Scicli.
A Siracusa lo spoke è l'ospedale Umberto I. Presidi ospedalieri di base, dotati di pronto soccorso saranno ad Avola, Augusta e Lentini. A Noto invece l’ospedale di comunità. Lo spoke di Agrigento sarà il San Giovanni Di Dio. Nella stessa provincia, mantenuti i presidi di base a Canicattì e Licata, mentre sono “Riuniti” gli ospedali di Sciacca e Ribera. A Caltanissetta i presidi di massime dimensioni saranno due. Gli ospedali riuniti di Caltanissetta e San Cataldo e quelli riuniti di Gela, Mazzarino e Niscemi. Infine, in provincia Enna lo spoke sarà rappresentato dall'accorpamento dell'Umberto I di Enna, del “Chiello” di Piazza Armerina e dal "Ferro Capra Branciforte" di Leonforte. Il presidio di Nicosia sarà ospedale di comunità.
A Messina i presidi ospedalieri di base saranno il “Pulejo Piemonte” di Messina, gli ospedali riuniti Milazzo-Barcellona, gli ospedali riuniti Sant'Agata di Militello e Mistretta, Patti e Taormina. Lipari è il presidio in zona disagiata.
La prossima settimana la rete sarà inviata alla Commissione Sanità all'Ars, per poi passare dalla giunta per il via libera. Ma le polemiche già dilagano. (a.ricupero)