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Rifiuti, due grandi
impianti nell’Isola

Rifiuti, due grandi impianti nell’Isola

Non più 10, ma otto gli inceneritori che saranno costruiti in Italia per smaltire gli 1,83 milioni di rifiuti prodotti e inutilizzabili altrimenti. Di questi otto, come preannunciato da tempo da Palazzo Chigi, ben due, in grado di smaltire complessivamente 690 mila tonnellate, pari all’incirca all’intero ammontare di rifiuti locali da smaltire, saranno in Sicilia.

La Gazzetta ufficiale della Repubblica, infatti, ha pubblicato ieri il decreto del presidente del Consiglio che, in attuazione dell’art. 35 dello Sblocca Italia, dispone quanti e in quali regioni dovranno essere costruiti gli inceneritori di rifiuti che il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, nel corso del suo ultimo incontro con la stampa locale ha eufemisticamente definito “valorizzatori”.

Allorquando, nel gennaio scorso, si parlò di intervento del governo centrale, per cui la Sicilia avrebbe dovuto accollarsi i due mega-impianti, il presidente di Anci-Sicilia, Leoluca Orlando, si pronunciò negativamente, affermando che «non è pensabile che il governo nazionale, sull’annunciato piano nazionale che prevede la realizzazione in Sicilia di due mega inceneritori, agisca senza consultare la Regione e gli enti locali».

E ricordò che «come dimostra il recente provvedimento della Corte Costituzionale sullo “Sblocca Italia”, non è legittimo che su temi di questa rilevanza si scavalchino le competenze delle Regioni».

«Analogamente – aggiunse – non è pensabile che sul tema dei rifiuti la Regione continui a non agire o, peggio, ad agire in direzione contraria a quella della tutela degli interessi pubblici e dei cittadini». Sembra a questo punto che Roma poco si fidi degli impegni di Crocetta e della sua giunta.

La settimana scorsa il ministro per l’Ambiente Gian Luca Galletti aveva avvertito: «Alla Sicilia restano sei mesi di autonomia, poi le discariche scoppieranno».

Ora bisognerà capire se Palermo proseguirà sulla strada intrapresa, anche se da quattro giorni il governo regionale ha approvato un piano rifiuti che, in alternativa ai due mega impianti - ferma restando la quantità di rifiuti da smaltire - prevede la realizzazione di due inceneritori da 200 mila tonnellate ciascuno per le aree metropolitane di Palermo e Catania ed altri sei da 50 mila tonnellate per il resto della Sicilia. La novità di Crocetta, rispetto al piano del governo centrale «è – ha detto – che non usiamo nel nostro piano la parola termovalorizzatori, ma valorizzazione dei rifiuti, nel senso che, per noi, i rifiuti sono una risorsa che va valorizzata e non necessariamente incenerita. Si potranno usare sistemi alternativi e comunque sempre i meno inquinanti poiché la tecnologia, oggi, permette di utilizzare impianti innovativi e a zero impatto ambientale». A questo punto sarà interessante capire se il piano di Crocetta e quello di Renzi parlano lo stesso “linguaggio”.

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