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Edilizia scolastica, qualità carente

Edilizia scolastica, qualità carente

Messina colleziona un altro primato negativo: ultima per qualità dell’edilizia scolastica. Emerge dall’indagine “Ecosistema scuola” di Legambiente, presentata giovedì scorso e giunta alla XVII edizione, il cui obiettivo è fotografare gli investimenti delle amministrazioni comunali «sulle politiche che intrecciano la sicurezza e la sostenibilità degli edifici con le buone pratiche». I dati raccolti si riferiscono al 2015 e sono stati raccolti tramite questionario. In tutto 94 i Comuni coinvolti, per un totale di 5.861 edifici (scuole dell’infanzia, primarie e secondarie

di primo grado) e una popolazione scolastica di 1.081.056 euro. Il dossier ha posto l’accento, in particolare, sull’esposizione degli edifici scolastici a situazioni di rischio ambientale. Quello relativo al XVII Rapporto si è arricchito di nuovi indicatori, quali le indagini geognostiche e gli interventi ai solai delle scuole, la classe energetica dei vari plessi e la presenza di reti cablate. Non trascurata, poi, la variabile dedicata alle mense. Il primo elemento che spicca è la vetustà degli edifici scolastici: il 65,1% è stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica del 1974 e di quella sul collaudo statico del 1971, mentre solo il 9,6% tra il 1991 e il 2015. Un dato, questo, che testimonia quanto poco si sia investito in scuole nuove negli ultimi 25 anni. Nella speciale graduatoria delle città capoluogo, Messina risulta “maglia nera”, piazzandosi all’86. posto, mentre guida la classifica di “Ecosistema scuola 2016” Piacenza, seguita da Parma e Trento. Dalla sezione riguardante la Sicilia si evince che a Messina (così come ad Agrigento, Caltanissetta, Palermo e Ragusa) il patrimonio edilizio è alquanto datato e in condizioni affatto rassicuranti: «Il 69,7% degli edifici è stato costruito prima del 1974, il 20,2% nasce come abitazione, su nessuno è stata eseguita la verifica di vulnerabilità sismica. Le certificazioni mancano a tantissime scuole». Infatti, «solo il 36,7% ha quella di collaudo statico, il 35,2% di idoneità statica, il 22,1% di agibilità e il 32,8% di prevenzione incendi. Solo il 21,7% degli edifici ha goduto di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni». In linea con la media nazionale sono le certificazioni igienico-sanitarie che riguardano il 73,1% degli edifici. Sul fronte della manutenzione ordinaria, in media si spendono 12.420 euro per edificio, mentre per quella straordinaria 10.345 euro a fronte dei 38.932 euro spesi mediamente a livello nazionale per edificio. Luci e ombre, poi, per buone pratiche e per i servizi. Stando al dossier di Legambiente sono ancora tante le questioni da affrontare, prima su tutte il forte divario tra Nord, Sud e isole in fatto di qualità del patrimonio edilizio scolastico, investimenti, servizi e buone pratiche sostenibili. La strada è ancora in salita: se da una parte sono 7,4 i miliardi stanziati in Italia e 27.721 gli interventi avviati, le riqualificazioni procedono a rilento, specie quelle di adeguamento sismico ed efficientamento energetico. Così, il terremoto di Amatrice, che ha provocato il crollo di un edificio scolastico su cui erano stati realizzati nel 2012 interventi di ristrutturazione per 700mila euro, e il sisma dello scorso ottobre, ricordano quanto sia urgente disporre di plessi più sicuri.

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