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Nizza: carabinieri bravi, non era facile trovarmi

Nizza: carabinieri bravi, non era facile trovarmi

Andrea Luca Nizza, 31 anni, il latitante a capo dell'omonimo clan, inserito nella lista dei 100 ricercati più pericolosi d'Italia, si nascondeva nella villa che due incensurati avevano affittato online a Viagrande, all'insaputa del proprietario, ricevendo uno 'stipendio' dal boss per il servizio reso. E' quanto emerso dalle indagini dei carabinieri del comando provinciale di Catania, che lo hanno catturato nella notte tra sabato e domenica scorsi, a conclusione di oltre due anni di ricerche. Al momento dell'irruzione nella villa c'erano i due fiancheggiatori, Nizza, sua moglie, incinta, e i due più piccoli dei loro quattro figli. Erano tutti a letto. Nizza è rimasto sorpreso, ma si è complimento con i carabinieri che lo stavano ammanettando, dicendo loro "siete stati bravi, non era facile trovarmi...". Nella villa non sono state trovati grossi quantitativi di soldi, né armi né droga La sua cattura i militari dell'Arma, coordinati dalla Dda della Procura di Catania, l'hanno sfiorata diverse volte: "ci siamo andati vicino più volte - ha rivelato il sostituto procuratore Agata Santonocito - siamo stati a pochi passi da lui, abbiamo trovato il 'covo caldo', ma ci era sempre sfuggito". Perché il boss aveva tagliato i collegamenti e le frequentazioni abituali, specie dopo la collaborazione con la giustizia avviata dal fratello Fabrizio, che con l'altro fratello Daniele, detenuto, erano 'uomini d'onore' di Cosa nostra, per la 'famiglia' Santapaola-Ercolano. Per comunicare con il gruppo, è emerso dalla indagini, il latitante si serviva di 'pizzini' e di persone non riconducibili a lui. Andrea Nizza, latitante dal 12 dicembre del 2014, era destinatario di cinque ordini di cattura per estorsione, omicidio, traffico di droga e detenzioni armi da guerra. La Procura ha disposto anche l'arresto dei due fiancheggiatori, due incensurati non collegabili apparentemente con il boss se non per essere residenti ufficialmente nel rione Librino di Catania, come Nizza. Sono Mario Finamore, di 31 anni, e la moglie, Amalia Agata Arena, di 27. Sono indagati per favoreggiamento personale aggravato dall'avere favorito la mafia.

"Congratulazioni ai carabinieri per l'impegno, la professionalità e la costanza che hanno messo nel catturare Andrea Nizza. E' stato un grande colpo che dimostra che lo Stato c'è, ed agisce. Ma non illudiamoci: la lotta alla mafia non è finita, e nessuno può abbassare la guardia". E' il monito del procuratore capo di Catania, Carmelo Zuccaro, dopo la soddisfazione espressa per l'arresto del latitante, il cui nome era inserito nell'elenco dei cento ricercati più pericolosi d'Italia. "Sarebbe un errore pensare di avere finito dopo avere 'liquidato' il gruppo con la cattura di tutti i vertici grazie al lavoro di forze dell'ordine e della Dda della Procura - aggiunge Zuccaro - c'è grande soddisfazione per il risultato ottenuto, ma da subito bisogna continuare, dobbiamo stare in allerta. I grandi affari e le collusioni si tengono a più alto livello. Siamo contenti perché lo Stato colpisce la mafia infliggendo dure sconfitte a Cosa nostra, ma dobbiamo andare avanti".(ANSA)

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