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Rubavano cavi telefonici, cinque arresti

Rubavano cavi telefonici, cinque arresti

Ragusa - Una banda di quattro persone aveva preso di mira i cavi telefonici per rubare rame e alluminio. Ma la loro azione è durata poco. La squadra mobile e gli agenti del commissariato di Comiso, a conclusione di un'articolata indagine, condotta anche attraverso l'ausilio di telecamere, sono riusciti a smascherare i componenti della banda ed a mettere fine alla loro azione. Tre gli arrestati, Andrea D'Angelo, 29 anni, di Comiso; Jacopo Verzeroli, 35 anni, originario di Como; e Fernando D'Amanti, 34 anni, di Comiso. Per il quarto componente la banda, il gip ha ritenuto di non emettere l'ordine di custodia cautelare per gravi motivi di salute.

Dopo i primi furti di cavi telefonici, sono stati i dirigenti del settore sicurezza di Telecom (oggi Tim) a mettersi in contatto con la Questura di Ragusa, chiedendo uno specifico intervento a tutela delle linee telefoniche e degli utenti, spesso proprietari di aziende del settore agroalimentare e zootecnico che subivano ingenti danni alle loro attività. Un esame approfondito di tutti i reati subiti da Telecom ha permesso agli investigatori di concentrare le indagini nel territorio di Comiso, dove, grazie alla collaborazione del gestore telefonico e quindi l’installazione di diverse telecamere, è stato possibile dare avvio all’attività investigativa. Le telecamere hanno permesso di constatare con certezza che la banda in primo luogo distruggeva le linee telefoniche e poi prelevava i cavi telefonici per bruciarli (da qui il nome dell’operazione “Hot Line”). L'obiettivo era quello di bruciare la copertura dei cavi telefonici al fine di poter prelevare il rame o l’alluminio, altro metallo divenuto prezioso dopo che il rame è stato sostituito per i continui furti.

L’indagine ha permesso inoltre di appurare che i malviventi non fossero dediti solo ai furti di cavi di rame o alluminio, ma si dedicavano anche a qualsiasi altro tipo di furto. Tnato che, con l'oridnanza di custodia cautelare, ai componenti della banda sono stati contestati anche i reati di ricettazione, furti di armi, furti in abitazione e incendio. L’attività d’indagine ha permesso di ricostruire diversi episodi avvenuti nel territorio casmeneo e ad Acate da giugno ad agosto 2015.

I pedinamenti, le intercettazioni telefoniche ed ambientali così come l’esame dei tabulati, hanno permesso di raccogliere fonti di prova fondamentali per il pubblico ministero che ha poi richiesto l'emissione dei provvedimenti restrittivi.

Durante l’indagine la Polizia ha rivenuto monili in oro di ingente valore ed armi lunghe con relativo munizionamento. Tra le armi sequestrate anche un fucile a canne mozze con matricola abrasa nella disponibilità del gruppo. La Scientifica ora sta comparando l’arma con quelle utilizzate in crimini sull’intero territorio nazionale.

Il blitz è scattato alle prime lui dell’alba. I poliziotti hanno raggiunto le abitazioni dei tre indagati, bloccandoli e trasferendoli negli uffici della Questura. Sono stati tutti trasferiti nel carcere di Ragusa.

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