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Il Consiglio boccia la discarica

Impianto rifiuti Acif Scicli

Scicli - Il consiglio comunale di Scicli è unanime nel dire no all'impianto di trattamento rifiuti pericolosi e non che l'impresa Acif intende realizzare in contrada Cuturi. Alla seduta del consiglio comunale aperto ha partecipato la parlamentare regionale del M5S Vanessa Ferreri, mentre la senatrice Venera Padua, assente per motivi istituzionali, ha inviato un proprio messaggio di saluto. Presenti anche i rappresentanti di Legambiente. 

Il sindaco Enzo Giannone ha aperto la seduta spiegando come il territorio di Scicli sia già stato ferito, con l'ubicazione di discariche. «Dobbiamo tutelare non solo i beni culturali, ma anche il paesaggio, il maggiore bene culturale di cui disponiamo. Non abbiamo nessun pregiudizio personale o ideologico nei confronti della ditta». L'assessore all'urbanistica Viviana Pitrolo ha ricostruito il vulnus, lungo due anni, e il recupero che in questi due mesi è stato fatto per ottenere la revoca dell'autorizzazione regionale e l'annullamento in autotuela dell'Aia, mentre il sindaco ha ribadito che l'amministrazione comunale ricorrerà in tutte le sedi giurisdizionali per tutelare la città e il suo paesaggio. 

La deputata regionale grillina Vanessa Ferreri si è soffermato sul percolato nelle discariche di San Biagio e Petrapalio, che in passato sono state attive nel territorio di Scicli e che sono chiuse da anni, ma non sono mai state bonificate. Il comitato cittadino che si oppone alla discarica, attraverso il prof. Giampaolo Schillaci, ha chiesto come mai le controdeduzioni dell'Acif, depositate nel settembre 2014, non siano mai state assegnate nella posta del Comune.

Alla seduta aperta ha partecipato anche la ditta interessata all'impianto, l'Acif. E attraverso l'ing. Antonio Colella ha detto: «Si tratta non di una discarica, ma di un impianto nella filiera del trattamento dei rifiuti. Il Tar ha sentenziato che il via libera non è figlio di un procedimento amministrativo frettoloso». 

A contestare queste conclusioni Claudio Conti, di Legambiente Ragusa, che ha sostenuto che la filiera cui appartiene l'impianto sia in realtà la filiera del petrolio. «Il sindaco - ha affermato - ha tutti i poteri, come massima autorità sanitaria, per agire. I finanziamenti del Ministero sono stati assegnati nononastante non ci fosse conformità urbanistica. Il Comune dovrebbe chiedere al Ministero di revocare il finanziamento». 

Il dibattito è stato assai lungo e articolato, con decine di interventi che si sono succeduto l'uno all'altro, ma tutti accomunati da no secco alla realizzazione dell'impianto. Al dibattito ha partecipato anche Pino Savarino, assessore all'epoca della presentazione della richiesta, che ha spiegato: «Con la nomina della commissione di accesso agli atti, nel luglio 2014, ci trovammo di fronte alla paralisi amministrativa. Nel maggio 2014, tuttavia, la giunta Susino aveva dato direttiva all'ufficio tecnico di predisporre una variante urbanistica per tutelare da possibili aggressioni le contrade Truncafila e Cuturi. Subito dopo, arrivò il progetto dell'Acif. L'ufficio tecnico accolse con un'osservazione negativa quel progetto, nel luglio 2014, ma le controdeduzioni della ditta, protocollate nel settembre di quell'anno, non sono mai state assegnate, in posta ai funzionari e agli amministratori e di questo si assume la responsabilità la funzione apicale dell'ente. Ad oggi manca il parere dell'Arpa».

Il verbale e le conclusioni della seduta aperta del consiglio comunale saranno inviati alla Regione, perché prenda atto del no unanime del territorio alla realizzazione dell'impianto di trattamento dei rifiuti. Il Comune, da parte sua, è pronto ad impugnare qualsiasi atto che proceda in direzione contrada all'indirizzo arrivato dalla città.

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