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Furbetti del cartellino, sale numero indagati

Furbetti del cartellino, sale numero indagati

Al Comune di Furci Siculo era un malcostume molto diffuso. Timbrare il badge ed abbandonare il posto di lavoro per sbrigarsi le faccende personali. Nel novembre scorso gli uomini del commissariato di taormina denunciarono 65 dipendenti comunali a conclusioni di una lunga indagine fatta con appostamenti, pedinamenti e riprese video con le telecamere nascoste. Ora un altro cosiddetto furbetto del cartellino è stato beccato con le mani nel sacco. Si tratta di un vigile urbano che aveva la pessima abitudine di timbrare il badge al Municipio di Furci e di uscire senza neanche passare dall'ufficio. L'uomo, secondo quanto accertato dai poliziotti che lo hanno seguito e filmato, nell'arco della mattinata si dedicava alle più svariate attività familiari e ricreative. Poi tornava al Comune a fine servizio giusto in tempo per timbrare il cartellino e tornare a casa. Il dato sconcertante è che su 25 giorni di indagine il vigile urbano si è assentato per ben 18 giorni. Per lui, su disposizione del gip Monica marino, è scattato l'obbligo di presentazione alla PG. Ogni giorno ad inizio ed a fine servizio il dipendente comunale dovrà recarsi nella caserma dei Carabinieri di Furci Siculo per firmare il registro.
L'operazione antiassenteisti era scattata il 4 novembre scorso. Alcuni dipendenti timbravano il cartellino senza entrare in ufficio, altri neppure si preoccupavano di farlo, lasciando ai colleghi il badge ed il compito di registrare una presenza che in realtà era solo sulla carta. Altri ancora facevano pause caffè lunghissime che poi non recuperavano o dichiaravano di assentarsi dal posto di lavoro per servizi esterni inesistenti. Di fatto, in pochi, anzi in pochissimi facevano ciò che avrebbero dovuto fare: timbrare ed entrare in ufficio.
È bastato un mese di controlli per scoprire ciò che accadeva al comune di Furci Siculo. Tra giugno e luglio 2015 la Polizia ha monitorato il comportamento degli 85 dipendenti. 65 di loro sono finiti nel registro degli indagati, per sedici, ora diventati 17, è scattata la misura cautelare dell'obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Sono i casi più gravi, quelli dei dipendenti che in un mese hanno accumulato più di 15 ore di false attestazioni di presenza.

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