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I 17 sindaci: «Noi stiamo con Manganaro»

I 17 sindaci: «Noi stiamo con Manganaro»

Diciassette sindaci contro il “mascariamento”. Diciassette sindaci contro la mafia. Diciassette sindaci contro la delegittimazione. Parole forti e chiare.

Per pronunciare un netto “no” ai veleni che stanno ammorbando la vicenda del presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci e del vice questore Daniele Manganaro dopo l’attentato, sventato, che ha cambiato la storia mafiosa proprio dei Nebrodi e della Sicilia intera, con lo Stato che s’è reso finalmente conto dei milioni di euro che intascava Cosa nostra senza muovere un dito, rubandoli all’Unione Europea con la “scusa” di gestire i meravigliosi terreni del Parco.

Diciassette sindaci ieri hanno scritto una lettera aperta al ministro dell’Interno Marco Minniti, al capo della Polizia Franco Gabrielli, al prefetto di Messina Francesca Ferrandino e al questore di Messina Giuseppe Cucchiara. Si tratta dei sindaci del territorio nebroideo che è di competenza del Commissariato di S. Agata di Militello, diretto dal dott. Manganaro.

Ecco i loro nomi: Francesco Re (S. Stefano di Camastra), Salvatore Castrovinci (Torrenova), Carmelo Sottile (S. Agata Militello), Nicola Vaneria (Alcara Li Fusi), Ciro Gallo (Acquedolci), Nino D’Onofrio (Caronia), Giacomo Purrazzo (Capizzi), Salvatore Calì (Cesarò), Salvatore Agliozzo (San Teodoro), Liborio Porracciolo (Mistretta), Giuseppe Liberti (Pettineo), Nunzio Marinaro (Motta d’Affermo), Francesco Fulia (San Fratello), Salvatore Villardita (Reitano) Giuseppe Franco (Castel di Lucio), Calogero Lo Re (Militello Rosmarino) e Angelo Tudisca (Tusa). Al centro dell’intervento dei primi cittadini c’è l’esposto anonimo contro il dott. Mangaro che è stato spedito nelle scorse settimane a tre procure siciliane.

«Abbiamo appreso che, ancora una volta, la Stampa - esordiscono i 17 sindaci - continua ad occuparsi di un esposto anonimo che sputerebbe veleno contro il vice questore Daniele Manganaro, dirigente del Commissariato. A questo punto sentiamo l’esigenza di manifestare la nostra stima e gratitudine ad un servitore dello Stato che con la sua azione efficace, cristallina e senza precedenti ha contribuito a mettere in maggiore sicurezza i nostri territori e le nostre comunità». I sindaci esprimono poi forti preoccupazioni su alcuni scenari ipotizzabili, ovvero «che l’anonimo e l’uso distorto dello stesso, possano ottenere il risultato forse sperato e cioé di sollevare questioni di incompatibilità ambientali del Commissario, con l’obiettivo dunque di delegittimare la sua azione di legalità sul territorio. Ormai, purtroppo, siamo abituati agli attacchi gratuiti ed ai tentativi di isolamento nei confronti di chi, con coraggio e capacità, lotta la criminalità ed il malaffare. Manganaro rischia di diventare il prossimo bersaglio di tale subdolo modo di fare».

E dopo aver rinnovato ancora una volta la loro stima all’investigatore i sindaci formulano precise richieste allo Stato: «chiediamo - scrivono - alle Autorità in indirizzo di intervenire, per quanto di rispettiva competenza, impedendo che vada a buon fine il maldestro tentativo in atto, di allontanarlo da un territorio che ha ancora troppo bisogno di Lui, in modo da evitare che le nostre comunità, che in questo momento favorevole di fiducia nelle forze dell’ordine e di speranza nella lotta alla criminalità e che hanno fatto dell’opera di Manganaro e della Polizia un esempio nazionale, vengano fatte ripiombare nella rassegnazione e nell’oblio, riportando i nostri territori nelle mani di quella mafia che Manganaro e i suoi uomini hanno combattuto e combattono con forza e coraggio».

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