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Revocata la licenza a un'agenzia funebre

Revocata la licenza a un'agenzia funebre

Vittoria - La Questura di Ragusa ha tolto la licenza all’agenzia di onoranze funebri Ventura, con sede a Vittoria e operante anche a Comiso. La polizia ha eseguito il provvedimento emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Ragusa. Alla base della decisione il coinvolgimento nella gestione dell’impresa del pregiudicato Giambattista Ventura. Al punto da cambiare pure la denominazione della società.
Ventura, fratello di Filippo Ventura, ritenuto il capomafia di Vittoria, è stato in passato condannato per omicidio, associazione per delinquere, traffico di droga, porto illegale di armi. È l’autore delle minacce al giornalista Paolo Borrometi e proprio per questo qualche giorno fa è stato condannato a un anno e otto mesi di reclusione per il reato di minacce di morte e tentata violenza privata.
Era stato proprio il giornalista dell’Agi e direttore de "La Spia.it" a denunciare due anni fa l’irregolarità dell’Agenzia di onoranze funebri che, pur essendo formalmente intestata ad una terza persona, portava il nome del boss mafioso Ventura.
Secondo le indagini condotte dalla Divisione anticrimine della Questura, sarebbe emerso che l’uomo non solo sarebbe stato assunto come dipendente a tempo indeterminato con la qualifica di commesso viaggiatore, ma ha anche inserito il proprio cognome nella denominazione societaria e nel biglietto da visita dell’agenzia distribuito alla clientela, dal quale era scomparso il nominativo del titolare effettivo. Infine dal profilo Facebook dell’agenzia ha anche inviato messaggi di minaccia a Borrometi, per aver pubblicato alcuni articoli sull'infiltrazione delle famiglie mafiose nelle attività economiche vittoriesi.
Alla base del ritiro della licenza c'è la proposta formulata dal questore di Ragusa all'autorità giudiziaria. Il codice antimafia prevede che il tribunale, dopo aver sentito le parti interessate, possa far scattare i divieti anche nei confronti di «imprese, associazioni, società e consorzi di cui la persona sottoposta a misura di prevenzione (che non abbia ottenuto la riabilitazione) sia amministratore o determini in qualsiasi modo scelte ed indirizzi».

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