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La mattanza dei “Barcellonesi”: 8 condanne

La mattanza dei “Barcellonesi”: 8 condanne

Sono stati tutti condannati, ieri al Tribunale di Messina, dal giudice Monia De Francesco, a pene che variano da un massimo di 30 anni di reclusione ad un minimo di 12, gli otto imputati coinvolti nell’operazione antimafia “Gotha VI”, che per evitare l’ergastolo hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato, tra cui 5 pentiti, accusati e autoaccusatisi di aver partecipato ai diversi gruppi di fuoco organizzati dai vertici della famiglia mafiosa dei “Barcellonesi” che hanno determinato - tra il 1993 e il 2012 - lo sterminio di 14 persone.

Le pene più alte a 30 anni di reclusione ciascuno, sono state inflitte all’ex capo dei “Mazzarroti”, Tindaro Calabrese, 44 anni, originario di San Marco di Novara di Sicilia e al suo socio in affari, il boss Carmelo Salvatore Trifirò, 44 anni, di Terme Vigliatore. La condanna a 12 anni di reclusione, è stata invece determinata per Salvatore Chiofalo, 28 anni, di Barcellona.

Con l’attenuante prevista per i collaboratori di giustizia, la pena complessiva di 30 anni di reclusione, ritenuta la continuazione con precedenti condanne già irrevocabili, è stata inflitta all’ex capo del braccio armato della mafia di Barcellona, Carmelo D’Amico, 46 anni; la pena complessiva di 20 anni di reclusione, considerata la continuazione con altre condanne irrevocabili, è quella determinata per il secondo fratello pentito, Francesco D’Amico, 39 anni, di Barcellona; tra sconti di pena e continuazione con precedenti condanne definitive, la pena complessiva determinata per il pentito Santo Gullo, 54 anni, di Falcone, è di 18 anni e 4 mesi di reclusione; per il barcellonese Franco Munafò, 32 anni, la pena, in considerazione di tutti i benefici compresa la continuazione, è stata di 17 anni e 8 mesi di reclusione; 20 anni di reclusione, in forza degli stessi benefici, invece, per tutti gli omicidi commessi da Nunziato Siracusa, 47 anni, ex boss di Terme Vigliatore.

Per Tindaro Calabrese, Carmelo Salvatore Trifirò e Salvatore Chiofalo, espiata la pena, il giudice ha stabilito altri tre anni di sorveglianza speciale. Inoltre tutti gli imputati sono stati condannati e per essi il fondo di rotazione previsto dallo Stato, in base agli omicidi commessi a risarcire i familiari delle vittime che si sono costituite parte civile che sono gli eredi di: Salvatore Da Campo, Fortunato Ficarra, Mimmo Tramontana, Carmelo Mazza, Giovanni Di Paola, Carmelo Grasso, Giovanni Catalfamo e Giovanni Isgrò. Per tutti i familiari delle vittime sono state riconosciute provvisionali che variano da 100 mila euro a 50 mila per erede, oltre al danno da quantificarsi in sede civile. I difensori delle vittime di mafia, costituitesi parti civili, sono stati gli avv. Repici, Chillemi, Cicala, Duci, Pino e Moro. Gli imputati dovranno inoltre risarcire in separata sede le associazioni antimafia costituitesi in giudizio, per le quali è stata rigettata la richiesta di liquidazioni provvisionali.

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