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Maratona finale per l’ok alla Finanziaria

Maratona finale per l’ok alla Finanziaria

Sono occorse ben 48 ore di dibattito, inframmezzate da 22 sospensioni dei lavori d’aula, per trovare un accordo sulla norma che autorizza il Fondo pensioni dei dipendenti regionali ad acquistare gli immobili che dieci anni or sono la Regione ha venduto, mantenendone, però, l’uso, per cui paga esosi affitti. A consentire l’accordo e sbloccare l’iter per l’approvazione della finanziaria in nottata o, al più tardi, questa mattina, un emendamento tampone con cui si precisa che nel caso in cui la valutazione degli immobili da riacquistare fosse inferiore rispetto a quella preventivata, si bloccherebbe la procedura d’acquisto. A favore del contestatissimo art. 13 sul riacquisto degli immobili, fra cui le sedi degli assessorati, hanno votato alla fine 36 deputati della maggioranza, 21 hanno risposto no e due si sono astenuti.

La votazione finale è stata preceduta da un duro scontro tra il Cinquestelle Giancarlo Cancelleri e l’assessore all’Economia Alessandro Baccei, accusato di aver trasformato in manifestazione di consenso una lettera del dirigente del Fondo pensioni dei regionali con cui si chiedevano informazioni. Andando in porto l’operazione, il governo regionale continuerà a pagare gli affitti che in questi anni ha versato ai privati, solo che l’intera somma andrà al Fondo pensioni. Dura la reazione del sindacato Cobas/Codir, al quale aderisce la gran parte dei dipendenti regionali. «Trentasei parlamentari hanno dato il via al saccheggio del Fondo pensioni della Regione, è  stato compiuto un atto politicamente ignobile, che tra qualche anno pagheranno tutti i dipendenti regionali, ma anche i cittadini siciliani che per fare fronte alle spese correnti volute dal “rivoluzionario” Rosario Crocetta, dovranno pagare contributi di solidarietà (i dipendenti) o maggiori tasse regionali (tutti i cittadini) Il governo regionale, con questa manovra imposta dal proconsole romano Alessandro Baccei – prosegue la nota –  sta minando gravemente la stabilità finanziaria dell’ente previdenziale, imponendo l’immobilizzazione di quasi il 50% dei fondi dell’Ente, per una consistenza di circa 360 milioni di euro, senza i necessari requisiti di redditività e liquidità previsti dal regolamento del Fondo. Si tratta di immobili difficilmente commerciabili sul mercato e che abbisognano, invece, di almeno 50 milioni di euro di interventi di ristrutturazione e adeguamento (che la Regione non ha mai fatto)». La nota del Cobas/Codir conclude avvertendo che «il sindacato solleciterà la presidenza del Consiglio dei ministri per verificare la legittimità costituzionale della norma approvata, chiedendo di impugnarla».

Superato quest’articolo, la strada è diventata in discesa. Disco verde, pertanto, alla stabilizzazione dei circa seimila Asu, i precari degli enti locali utilizzati come amministrativi. «Con l’approvazione dell’articolo 22 – ha commentato il deputato dell’Udc Mimmo Turano – non un solo precario in più, ma dignità e prospettiva lavorativa per uomini e donne che per vent’anni  sono stati considerati figli illegittimi della Regione». Stanziati, inoltre, sei milioni per l’avvio al lavoro degli ex sportellisti, via libera ai trasferimenti ai comuni, ai fondi per i forestali e per i Consorzi di bonifica. Approvata anche la norma per gli enti in liquidazione (Eas, Espi, Ems, Terme di Acireale e Sciacca e l’Arsea, l’Agenzia della Regione per le erogazioni in agricoltura). E, soprattutto, disco verde agli stanziamenti per i disabili: destinati ben 238 milioni di euro l’anno.

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