Lunedì 29 Aprile 2024

Boss ucciso a colpi di pistola

Boss ucciso a colpi di pistola

E' Giuseppe Dainotti, 67 anni capomafia scarcerato nel 2014, la vittima dell'omicidio avvenuto questa mattina in via D'Ossuna. Sul luogo del delitto, avvenuto nel quartiere Zisa, c'è la squadra mobile e il pm della Dda Anna Maria Picozzi. Secondo le prime ricostruzioni il capomafia era in bici quando è stato affiancato da due killer che gli hanno sparato alla testa.

A pochi mesi dalla sua scarcerazione, avvenuta nel 2014 per espiazione pena, il boss Giuseppe Dainotti, assassinato a colpi di pistola oggi a Palermo, era già nel mirino dei suoi nemici interni a Cosa nostra. Il fermo di chi lo aveva condannato a morte scongiurò il suo omicidio. Dal carcere, il boss Giovanni Di Giacomo, con cui Dainotti gestiva negli anni '90 traffici di droga, aveva dato l'ordine al fratello Giuseppe Di Giacomo, ucciso poi a marzo del 2014, di eliminare alcuni esponenti mafiosi che si stavano organizzando per assumere il comando del mandamento. Tra le vittime designate anche Dainotti. Fibrillazioni interne alla cosca accese dall'arresto del padrino di Porta Nuova Alessandro D'Ambrogio. Imputato al maxiprocesso, una sfilza lunghissima di condanne per mafia, omicidio, favoreggiamento, rapina, droga, Dainotti era uno dei fedelissimi del capomafia Salvatore Cancemi, poi passato tra i ranghi dei collaboratori di giustizia. Le modalità dell'agguato rendono praticamente certa la matrice mafiosa del delitto. Il primo omicidio di Cosa nostra dopo tre anni di pace tra le cosche. L'ultimo padrino a essere ucciso è stato proprio Giuseppe Di Giacomo, che secondo i piani del fratello, avrebbe dovuto assassinare Dainotti

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