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Il 26 giugno aprirà il nuovo ospedale

Ospedale Giovanni Paolo II Ragusa

Ragusa - La lunga attesa è finita. Il nuovo ospedale di Ragusa “Giovanni Paolo II” sarà inaugurato il 26 giugno. Qualche giorno prima inizierà il trasferimento dei reparti, sia dal “Civile”, sia dal “Paternò Arezzo”. La storica struttura di piazza Ospedale, però, verrà definitivamente chiusa e l’Asp dovrà decidere cosa farne di quell’ampio complesso. Tempo fa era stato messo in vendita, ma le proposte di acquisto non sono arrivate.

Il “Giovanni Paolo II” comincerà ad entrare in funzione martedì 20 giugno, quando si procederà al trasferimento delle divisioni di Ortopedia, Chirurgia, Rianimazione e Anestesia. Il giorno dopo toccherà a Urologia e Medicina; quindi, il 22 giugno Cardiologia ed Emodinamica; il 23 sarà la volta di Ginecologia, Terapia intensiva neonatale, Neonatologia e Pediatria e del pronto soccorso. Nella giornata del 24 giugno saranno definitivamente chiusi sia la Rianimazione che il pronto soccorso attivi al “Civile”. E, contestualmente, su questa struttura calerà il sipario.

Resterà attivo, invece, l’ospedale “Maria Paternò Arezzo” a Ibla, ma con un numero ridotto di reparti. Rimarranno all’Arezzo, la divisione di Oncologia (lì è ubicato anche il bunker per la radioterapia), Oculistica e Malattie Infettive.

Ma proprio su quest’ultima struttura, da giorni, si è accesa una feroce polemica che vede contrapposti, ancora una volta, il sindaco di Ragusa Federico Piccitto e il direttore generale dell’Asp Maurizio Aricò. Con i sindacati che, a loro volta, contestano apertamente l’operato del manager, sempre più nell’occhio del ciclone per i tentativi, quasi tutti andati a vuoto, di “svuotare” di competenze il nuovo ospedale del capoluogo ibleo, nato come hub, ma ora con numero di reparti limitato. Il tutto con la compiacenza della deputazione ragusana all’Ars, che nulla ha fatto per limitare o bloccare le strategie del direttore generale.

L’ultima “perla” di Aricò riguarda proprio Malattie infettive. Il manager non ha mai nascosto di volerla trasferire al “Maggiore” di Modica, nonostante l’Atto aziendale e il Piano sanitario regionale la prevedano a Ragusa. Così, si è inventato una circolare interna con la quale invita medici e infermieri a optare tra Ragusa e Modica. Il sindaco Piccitto sospetta che dietro questa manovra si nasconda un nuovo tentativo di spostare la struttura al “Maggiore”. Pertanto, ha fatto partire una diffida, l’ennesima, nei confronti di Aricò, minacciando di rivolgersi alla magistratura amministrativa. Il manager dell’Asp, da parte sua, fa finta di nulla e ribadisce che Malattie infettive è divisa tra Modica e Ragusa e così resterà. Ma per poter garantire le ferie al personale è necessario, per un certo periodo (mai quantificato), spostare tutto a Modica. Decisione contestata con veemenza dal sindaco di Ragusa ed anche dai sindacati, che contestano al direttore generale di non essere mai stati coinvolti nella decisione, nonostante le norme prevedano espressamente il concerto con le organizzazioni sindacali.

E’ in questo clima che si arriva all’inaugurazione del “Giovanni Paolo II”. Per il taglio del nastro ha annunciato la sua presenza il presidente della Regione Rosario Crocetta. Aricò, in questa fase, glissa sulle polemiche e si dice «particolarmente orgoglioso di portare a compimento questo progetto ambizioso che dona un nuovo ospedale di grande qualità, che certamente migliorerà le risposte di salute per la popolazione della provincia. Un pizzico di orgoglio per la promessa mantenuta al momento dell’insediamento».

Nonostante questo, sul suo capo si addensano grosse nubi. Accompagnate dal moltiplicarsi delle richieste di revoca dell’incarico o, in ogni caso, di non rinnovo, visto che il mandato di Aricò è ormai quasi giunto al capolinea.

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