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Mai così giù le esportazioni di piante

Fondi all’agricoltura biologica, pasticcio della Regione

Il punteruolo rosso ha distrutto il paesaggio e  molta attività delle  aziende vivaistiche dell’Isola. Lo afferma il presidente di Coldiretti Sicilia, Francesco Ferreri, con riferimento alla crisi del settore. La riproduzione di palme è passata da 5 milioni all’anno a poco più di 800 mila. Una perdita che nelle aree vocate ha dimezzato le imprese monocolturali e costretto a riconversione  tantissime altre.
Si tratta di un ambito produttivo importante per l’economia siciliana che prima del coleottero  rappresentava un traino per l’Isola – prosegue  il presidente – penalizzato ulteriormente dal Programma  di sviluppo rurale in quanto nella misura 4.1 pochissime aziende potranno accedere al finanziamento provocando ulteriori tagli e dimezzando gli  investimenti, una situazione prevista in quanto le aziende vivaistiche partivano già svantaggiate rispetto alle altri.
La crisi   - afferma ancora  Francesco Ferreri - è stata determinata anche dal blocco delle esportazioni. I prodotti siciliani raggiungevano la Turchia, l’area del Maghreb e  altri Paesi rappresentando  il clou del made in Sicilia. Il  tutto si è aggravato a causa della xylella: nonostante l’Isola  sia esente le nostre piante non possono essere esportate.
Per superare l’impasse e trovare soluzioni adeguate Coldiretti Sicilia ha costituito un gruppo di lavoro che a breve presenterà proposte a livello regionale, nazionale ed europeo – aggiunge il presidente Coldiretti   - in quanto il settore è quello a maggior rischio taglio dei consumi da parte delle famiglie e delle amministrazioni che hanno fortemente ridotto la spesa nel verde pubblico. L’ornamento delle città siciliane alla luce del boom turistico che si registra è un  elemento importantissimo per attrarre ancora più presenze. Ripopolare con le palme i centri urbani e le periferie può rappresentare un contributo fattivo per far crescere nuovamente il settore che vanta una delle più alte qualificazioni professionali a livello mondiale restituendo all’Isola la connotazione paesaggistica che ha sempre avuto.
Nei nostri Comuni – conclude Francesco Ferreri  - è scomparsa la figura del giardiniere, professionalità a cui è preposta anche la prevenzione delle eventuali malattie delle piante. La mancata cura porta ad un imbruttimento generale a cui le amministrazioni devono provvedere anche con politiche di investimento sul “bello”.

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