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Sequestrate le sale operatorie del nuovo ospedale

Ospedale Giovanni Paolo II Ragusa

RAGUSA – E' bufera sulla sanità ragusana. Dopo l'acquisizione di diversi atti, documenti e computer, la Procura ha disposto il sequestro di diversi locali del nuovo ospedale "Giovanni Paolo II", quello che si sarebbe dovuto inaugurare il 26 giugno. Il taglio del nastro venne rinviato per l'intervento delle fiamme gialle e per una serie di piccoli problemi da risolvere. Adesso, chissà quando potrà diventare operativo.

La guardia di finanza ha eseguito un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza emesso dalla procura iblea. Il vincolo giudiziario, come comunicato dai finanzieri, riguarda due sale operatorie, l'intero blocco parto, nonché i locali dell’unità di terapia intensiva e coronarica e della rianimazione. Il provvedimento, a tutela della salute pubblica, secondo gli inquirenti, è motivato dalla necessità di prevenire situazioni di pericolo per l’incolumità degli utenti, essendo stata accertata una difformità di funzionamento negli impianti di climatizzazione annessi alle sale medicali, cui sono stati per l’appunto apposti i sigilli. Il sequestro di parte dei locali del "Giovanni Paolo II" ha scombussolato la già turbolenta situazione che durava da qualche giorno. Niente ricoveri a Ragusa e lunghe file ai pronto soccorso di Modica e Vittoria, dove si cerca di tamponare l’emergenza venutasi a creare e alla quale si sta cercando di porre rimedio anche con il ripristino parziale degli ospedali di Ragusa "Civile" e "Paternò Arezzo".

Il sequestro si inquadra nell'inchiesta che vede iscritte nel registro degli indagati sette persone, tra cui il manager Maurizio Aricò, e il capo dell'ufficio tecnico dell'azienda sanitaria. L'indagine avrebbe messo in rilievo, attraverso l'intervento di tre consulenti tecnici nominati dalla Procura, discrasie nei collaudi degli impianti di climatizzazione e antincendio. Sarebbero emerse attestazioni di regolarità non congrue rispetto alla realizzazione dettate dalla fretta di procedere all'apertura del nuovo ospedale. A parte le due sale operatorie e la sala parto al servizio della terapia intensiva cardiologica e della rianimazione, sottoposte a sequestro dalla Guardia di Finanza, tutte le rimanenti aree dell'ospedale sono state considerate esenti da anomalie, e quindi utilizzabili, come precisa una nota ufficiale dell’Asp 7.

Alla luce di queste disposizioni, la direzione aziendale sanitaria, in pieno accordo con i primari e la direzione medica di presidio, sta allestendo il riavvio del polo materno infantile all'ospedale "Maria Paternò Arezzo". Dovrebbe tornare ad essere pienamente operativo entro lunedì prossimo. Sono altresì in corso valutazioni mirate alla migliore distribuzione delle attività mediche rimanenti tra gli ospedali "Civile" e "Arezzo", che erano in fase di dismissione. La nota dell’Asp 7 specifica che «il sequestro è stato dettato da motivazioni legate alla valutazione che le unità di trattamento aria, appartenenti al progetto iniziale della costruzione del nuovo ospedale, che, pur raggiungendo valori nei limiti di legge – sostiene l'azienda sanitaria – non rispettano gli standard fissati nel progetto originale e richiedono settaggi ed accorgimenti che non sono ritenuti di sufficiente garanzia per l'uso continuativo».

L'avviso di garanzia ad Aricò arriva dopo che il manager era stato trasferito dalla giunta regionale a Palermo come commissario straordinario, anche se la sua nomina era nel frattempo slittata di 45 giorni. Nel frattempo, si è scatenata la polemica politica. Provvedimenti drastici e radicali vengono invocati all’assessorato regionale alla Sanità dall’on Pippo Digiacomo, presidente della sesta commissione sanità dell'Ars. «Alla luce di quanto sta avvenendo a Ragusa, con i "vecchi" ospedali ormai mobilitati ed un nuovo ospedale ancora inagibile, a causa delle indagini e dei sequestri in atto, è indispensabile un immediato intervento dell'assessorato alla Salute». Digiacomo, poi, punta l'indice contro il direttore generale Maurizio Aricò, chiedendo all'assessore regionale Baldo Gucciardi di rimuovere immediatamente il direttore», nominando «una task force per affrontare quella che si è trasformata in una vera e proprio emergenza. Il rischio, altrimenti, è che fra incertezze, rimpalli di responsabilità e possibili aumenti di interventi legati alla stagione estiva, la situazione possa degenerare in un vero e proprio caos con conseguenze pesantissime per i pazienti e gli utenti».

Ancora più dura, se possibile, la parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle Vanessa Ferreri. Oltre a chiedere l'immediata rimozione di Aricò, Ferreri aggiunge: il manager, «durante il suo mandato si è già contraddistinto per comportamenti poco conformi ai principi d'imparzialità e buon andamento previsti dall'articolo 97 della Costituzione. Mi riferisco in particolare alla vicenda di pochi mesi fa che vide Aricò affidare in via diretta ad una associazione locale la promozione e il marketing del costruendo ospedale di Ragusa per un importo di circa 50mila euro, affidamento ritirato in autotutela solo a seguito dell'intervento della Guardia di Finanza». Si ricorda, poi, che Aricò «è stato già oggetto di valutazione negativa da parte degli uffici dell'assessorato a seguito di esposti e segnalazioni di personale medico della stessa ASP 7. Reputiamo adesso che non possa non tenersi conto dei provvedimenti di sequestro che la Guardia di Finanza sta ponendo in essere per reati molto gravi, come la mancanza di collaudi o irregolarità  nelle attestazioni di regolarità. E questo signore era pronto ad inaugurare l'ospedale». Oltre all'immediata rimozione, Vanessa Ferreri, supportata dal deputato del Movimento Francesco Cappello, invoca la sospensione «dell'elenco degli idonei alla nomina a direttore generale, amministrativo e sanitario delle aziende del servizio sanitario della Regione Siciliana».

L'assessore Baldo Gucciardi, da parte sua, ha annunciato che sta seguendo con attenzione quanto accade a Ragusa, ma di provvedimenti neppure l'ombra. Il tutto mentre gli altri ospedali della provincia, in particolare quelli di Modica e Vittoria, sono prossimi allo stremo. Il sindaco di Modica Ignazio Abbate ha preso carta e penna e invocato l'intervento del presidente della Regione Rosario Crocetta. Adesso, alla sanità ragusana mancano i duecento posti letto di Ragusa e tutte le urgenze sono riversate sugli altri due nosocomi. Se non è la tempesta perfetta, poco ci manca.

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