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Incendi, la Regione Siciliana
dichiara lo stato di calamità

Incendi, la Regione Siciliana dichiara lo stato di calamità

Stato di calamità e di emergenza. Arriva a Messina con un annuncio il presidente della Regione siciliana, dopo le 48 ore di fuoco che hanno letteralmente divorato oltre quattrocento ettari del territorio collinare, delle nostre montagne e campagne. «Dichiariamo lo stato di calamità – ribadisce Rosario Crocetta –, passaggio indispensabile perché il Governo nazionale dichiari, a sua volta, lo stato di emergenza e ci consenta di stanziare i fondi necessari per la ricostruzione ambientale e per il rimboschimento delle aree incendiate».

Crocetta è accompagnato da roventi polemiche sulle omissioni da parte della Regione e anche del Comune in materia di tutela del territorio, di prevenzione e di messa in sicurezza. Ma in questo caso il governatore indossa le vesti del pompiere: «Le polemiche non servono a nessuno, non vale la pena neppure rispondere, perché si finisce che sul banco dei colpevoli salgono coloro i quali cercano di affrontare quotidianamente i problemi e non i veri criminali. Noi dobbiamo colpire gli incendiari e gli interessi mafiosi che ruotano attorno».

Invoca pene durissime nei confronti di chi appicca il fuoco: «Bisogna arrestarli, metterli in galera e gettare la chiave. Non se la possono cavare con sei mesi o un anno di reclusione. Il reato deve essere equiparato a quelli più gravi, da un minimo di dieci a un massimo di trent’anni. Allora sì ci penserebbero prima di agire, se sapessero di correre questo rischio. Chiederò ai ministri dell’Interno e della Giustizia un sostegno alla nostra richiesta, ci vuole un intervento normativo, dobbiamo rendere la vita impossibile ai piromani e agli incendiari».

Il presidente della Regione partecipa al vertice svoltosi a Palazzo Zanca, alla presenza del vicesindaco Gaetano Cacciola, degli assessori Guido Signorino, Daniele Ialacqua Sebastiano Pino, del capo della Protezione civile regionale Calogero Foti, del comandante dei vigili del fuoco Foderà, dell’esperto per la Protezione civile comunale Antonio Rizzo e del dirigente Antonio Cardia, del presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci. Manca il sindaco, volato a Roma per una riunione dell’Anci e invitato negli studi televisivi della Rai e di Sky per parlare proprio dell’emergenza incendi a Messina.

«Voglio ascoltare – afferma –, capire quali sono stati i danni, quali i fronti dove intervenire. La Regione siciliana è sempre stata vicina alla città di Messina e lo sarà ancora di più. I criminali non l’avranno vinta, noi queste aree le rimboschiremo. Vedremo di utilizzare i droni per vigilare dall’alto sui territori. Rafforzeremo i presìdi e sono pronto a firmare la convenzione per i servizi antincendio con i vigili del fuoco. Ringrazio tutti coloro che stanno dando il massimo impegno per fronteggiare l’emergenza». Al termine della riunione, Crocetta si è recato in sopralluogo all’Annunziata, in una delle aree maggiormente colpite dai roghi di questo maledetto mese di luglio.

Prima, durante e dopo il vertice, il governatore insiste su un concetto: «Vedo troppa pressione criminale su Messina. Dietro gli incendi si celano interessi di vario genere, che poi si saldano in una logica di controllo e oppressione del territorio. Interessi speculativi, questioni di pascolo, in passato abbiamo anche colto con le mani nel sacco forestali alle dipendenze della Regione, che abbiamo licenziato. Le ragioni possono essere tante, ma questa è una guerra e dobbiamo rispondere alla loro sfida, senza inutili divisioni, tutti uniti e con tutte le armi a disposizione».

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