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Arrestato dalla GdF amministratore giudiziario

Contraffazione a Palermo, sequestrati 33 mila pezzi

I militari della Guardia di finanza del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo hanno arrestato 5 persone, ritenute responsabili di intestazione fittizia di beni, favoreggiamento personale e reale ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. Tra gli arrestati ci sono l'amministratore giudiziario incaricato di gestire un centro commerciale confiscato alla mafia e il commerciante cui l'attività economica era stata confiscata.

Secondo gli investigatori, anche grazie alla complicità dell'amministratore giudiziario che, su incarico dell'autorità giudiziaria avrebbe dovuto gestire il centro commerciale, il proprietario, un noto commerciante palermitano in passato processato per mafia e colpito dalle misure di prevenzione, avrebbe continuato ad avere il controllo sull'attività economica. La gestione di beni confiscati è già finita sotto i riflettori col caso Saguto, l'ex presidente della sezione misure di prevenzione indagata per corruzione insieme ad alcuni amministratori giudiziari. L'inchiesta che ha portato ai 5 arresti è coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall'aggiunto Salvo De Luca e dai pm della Dda Roberto Tartaglia e Annamaria Picozzi

Il commerciante arrestato dalla Guardia di Finanza nel corso di una indagine a carico di cinque persone accusate a vario titolo di intestazione fittizia di beni, favoreggiamento personale e reale ed estorsione aggravata dal metodo mafioso è Giuseppe Ferdico, il "re dei detersivi". Processato e assolto dall'accusa di concorso in associazione mafiosa è ritenuto vicino al clan mafioso di San Lorenzo-Tommaso Natale. L'assoluzione, però, non gli ha evitato le misure di prevenzione. A marzo scorso, i giudici palermitani misero i sigilli al suo patrimonio: immobili, società e conti dal valore di 450 milioni di euro. "All'ascesa imprenditoriale di Ferdico - scrissero i magistrati - risulta associata la costante capacità di meritare la fiducia di numerosi esponenti di spicco della consorteria tanto da inserirsi a pieno titolo tra i riciclatori del denaro di una delle famiglie mafiose più radicate nel tessuto economico della città come quella dell'Acquasanta". Il collegio sottolinea inoltre i rapporti tra Ferdico e i boss di San Lorenzo Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Nel provvedimento si definiva l'imprenditore "socialmente pericoloso" e gli si imponeva la sorveglianza speciale per tre anni e sei mesi. L'amministratore giudiziario indagato, per lui sono stati disposti gli arresti domiciliari, invece, è Luigi Miserendino. Avrebbe consentito al commerciante di continuare a controllare uno dei centri commerciali confiscati che era stato affittato proprio dall'amministrazione giudiziaria a un prestanome del re dei detersivi.

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