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Un’altra spina nel fianco di Musumeci

Lega: il candidato in Sicilia è Musumeci

Questa volta la “mina” scoppia nel suo fortino, dove sventola la bandiera di “Diventerà Bellissima”, l’oasi incontaminata di Musumeci. Ma ieri anche dalla sua lista del cuore è affiorata una “macchia” imbarazzante: la candidatura a Catania dell’ex Udc Ernesto Calogero, condannato in primo grado, lo scorso febbraio, a 4 anni per falso in un’inchiesta su presunti “diplomi facili”. L’indagine della Finanza, fece scattare l’arresto di sette persone (tra cui Calogero), la denuncia di 200 tra ispettori, dirigenti, organizzatori, docenti, personale amministrativo, collaboratori tecnici, il sequestro delle scuole private incriminate, e di otto società di controllo. Un’inchiesta ramificata a Gela, Licata, Catania e Cosenza.

Dopo il passo falso di Forza Italia con il sindaco di Priolo, nel centrodestra si allarga il fronte degli “impresentabili”, fianco scoperto di Musumeci, sempre più assediato dagli avversari: «Adesso che il candidato condannato è nella sua lista, cosa dirà Musumeci: non votatelo o non votatemi?», ironizza Claudio Fava. Gli fa da sponda Giancarlo Cancelleri: «C’è un nuovo condannato nelle liste di Musumeci e questa volta è addirittura nella sua lista personale. La credibilità di Musumeci è ridotta a zero. La sua proposta ai siciliani si sintetizza in 3 punti: impresentabili, Miccichè e Cuffaro. Programmi zero. Peggio di così non si può». La notizia spiazza il movimento DiventeràBellissima. È come se avesse incassato una pugnalata alla schiena: «Abbiamo adottato come criterio il protocollo della Commissione Nazionale Antimafia e tutti i candidati hanno dichiarato la propria posizione come conforme al protocollo. Non ci è bastata l’applicazione della legge Severino e siamo andati oltre. Il candidato Calogero – ricostruiscono i vertici del movimento – ha presentato un certificato del casellario giudiziale ed un certificato dei carichi pendenti, dai quali non risultava nulla». Poi la stoccata: «Non avremmo potuto esigere nulla di più di quello che abbiamo chiesto, ma ci saremmo attesi maggiore lealtà. Ciò nonostante il caso segnalato non rientra, lo ribadiamo, nei livelli segnalati dal protocollo che è stato varato anche con il voto del M5S».

Si difende anche Ernesto Calogero. La frittata è fatta: «La mia posizione di candidato è in linea sia con la normativa vigente sulla candidabilità, con la legge Severino, sia con il codice etico sottoscritto dalla commissione antimafia». Ma forse, con una condanna di 4 anni sulle spalle, non è in linea con il decoro istituzionale e la garanzia morale, premesse indispensabili di qualunque candidatura rappresentativa di interessi collettivi , dal condominio al parlamento europeo. Lo scivolone di DiventeràBellissima offre un altro assist a Gianpiero D’Alia, segretario nazionale dei Centristi per l’Europa: «Comprendo l’imbarazzo dell’onorevole Nello Musumeci, ma francamente lavarsi le mani delle candidature scomode della coalizione mi sembra un grave atto di irresponsabilità politica oltre che un insulto all’intelligenza degli elettori». Proprio ieri il candidato del centrodestra aveva rinnovato l’appello a non votare gli impresentabili nelle liste a lui collegate: «Non ho mai visto un allenatore che non conosce o addirittura disconosce la formazione che manda in campo», osserva l’ex ministro. «Considerato che tutte le sue liste e gli stessi candidati si fregiano della scritta “Musumeci presidente” – conclude – praticamente sta invitando i suoi elettori a non votarlo. Nulla di più surreale».

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