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Assalto “selvaggio” a Lipari e Vulcano nell’estate della crisi inattesa

Assalto “selvaggio” a Lipari e Vulcano nell’estate della crisi inattesa

Invasione era prevista e così è stato: rumorosa, caciarona, irrispettosa delle persone, delle cose e dei luoghi. Non esiste altro termine, men che meno “pienone”, per descrivere cosa è stato il Ferragosto a Lipari e a Vulcano. Più sereno e tranquillo, forse anche perché difficilmente raggiungibili dalla massa, quello di Alicudi e Filicudi. Panarea e Stromboli, come sempre, hanno dovuto “dividere” la giornata di festa in due fasce: l’assalto mattutino e del primo pomeriggio dei turisti sbarcati dalle navi per mini-crociere, provenienti dalla costa calabrese e siciliana, e una più tranquilla seconda parte della giornata. Capitolo a parte merita Salina capace, come d’altronde sempre negli ultimi anni, di ospitare un turismo più pacato.

Ritornando a Lipari ci sembrano davvero pochi questi due-tre giorni, in tutta l’estate, per parlare di “tutto esaurito.” Forse è meglio parlare di “tutti esauriti.” Il “boom” c’è stato, ma solo per l’isola, esplosa di fronte al caos. Da lunedì si è visto di tutto: dai giovanissimi accampati sulla spiaggia a quelli che hanno trascorso la notte nei sacchi a pelo, ovunque; dai vicoli trasformati in latrine e alcove improvvisate ai ragazzi (tanti minorenni) “affogati” nell’alcol e nel loro vomito. Per non parlare del traffico letteralmente impazzito, con comportamenti spesso al di là delle norme e del buon senso, nonostante l’impegno delle forze dell’ordine. Ci spiace ma non condividiamo quello che, per alcuni, sembra essere un credo: «È Ferragosto, bisogna recuperare il tempo e il denaro perduto in questa stagione». Ma basta davvero tutto ciò a giustificare l’invasione barbarica (anche se ci sono le eccezioni, per fortuna), frutto anche di camere (anche d’albergo) cedute a 15/25 euro, e il permessivismo? Sicuramente no ed in questo nostro pensiero ci è da supporto quella parte di veri imprenditori del turismo che vedono sempre più quest’isola svicolare nel degrado e perdere contatto con quelle presenze turistiche di qualità o familiari. Sappiamo che si tratta di un’analisi che sarà poco gradita. Ma tant’è. Se poi è questo il turismo che vogliamo... avanti tutta! (s.s.)

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