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La Sicilia è la madre accogliente delle tartarughe “caretta caretta”

La Sicilia è la madre accogliente delle tartarughe “caretta caretta”

LINOSA

Se il simbolo delle isole Eolie è il geco, quello delle Pelagie è la tartaruga. La caretta caretta predilige l’arcipelago di Lampedusa e Linosa, anche se i suoi nidi ormai compaiono in diverse parti della Sicilia.

La spiaggia dei Conigli a Lampedusa, la più bella d’Italia, e la spiaggia Pozzolana di Ponente a Linosa sono tra i più importanti siti di nidificazione di caretta caretta in Italia, specie al limite dell’estinzione.

Il mare di Sicilia è tra i preferiti delle tartarughe così come un’equipe di etologi dell’università di Pisa ha certificato. Ma nonostante questa “preferenza”, la nostra accoglienza non è delle migliori.

Le tartarughe marina spesso ingeriscono gli ami dei pescatori o restano soffocate da sacchetti di plastica.

Nel lontano 1995 un gruppo di volontari decise di creare a Linosa un centro per aiutare le tartarughe. Da allora una continua azione di monitoraggio delle spiagge, nidificazione, uova schiuse. Un centro in grado di assicurare un veterinario 24 ore su 24, diventando così punto di riferimento nell’isola, e facendo vivere momenti indimenticabili ai tanti turisti che arrivano nell’Isola.

L’associazione Hydrosphera, fondata dal naturalista Stefano Nannarelli, non solo ha salvato e fatto nascere centinaia di esemplari, ma ha contribuito a creare una cultura di salvaguardia, a sensibilizzare anche con campi di eco volontariato. Oggi quel centro è chiuso. Ma le tartarughe non sono andate via. Una neonata ha sfidato qualche giorno fa il mare a Cala Pozzolana di Ponente: qualcuno ribadisce che senza volontari nessuno sa dove erano deposte le uova da cui è nata, né quando si sono schiuse, né quante tartarughe sono nate.

Se Costanza Rizzacasa D’Orsogna, nella sua rubrica “Io&Milo” sul Corriere della Sera, ricorda che «non c’era bambino o uomo, a Linosa, che non indossasse una maglietta con la tartaruga caretta caretta dell’Hydrosphera», è bene chiarire che per questa stagione il centro non riaprirà. Chi ha lasciato le tartarughe al proprio destino è certamente il Cts, Centro turistico studentesco.

Il presidente nazionale, Domenico Iannello, nell’ottobre 2017 ha scritto rinunciando alla gestione del centro: quello di Cattolica Eraclea e quello distaccato di Linosa. Hidrosphera gestiva il centro per conto del Cts e quindi non si è trovata più nelle condizioni di poter continuare.

Da ottobre ad oggi sono stati mesi di scambi di accuse tra volontari ed Istituzioni, tanta burocrazia e anche denunce all’autorità giudiziaria.

Ma il sindaco di Lampedusa e Linosa, Salvatore Martello, Stefano Nannarelli dell’associazione Hydrosphera, e la Regione Siciliana hanno tutti ragione, dal loro punto di vista. Che non è quello delle tartarughe.

«Noi attendiamo una risposta dalla Regione – spiega Giulia Visconti dell’Area marina protetta –. Abbiamo inviato la richiesta di gestione del centro, presentando tutta la documentazione necessaria, e già un primo sollecito ai primi del mese».

Il sindaco Martello ha deciso di estromettere l’associazione Hidrosphera che, nonostante i 25 anni trascorsi nell’isola, non gode della fiducia del primo cittadino: «Quell’associazione non figura in nessuna documentazione: il centro era gestito dal Cts e anche sull’immobile non godono di alcun diritto. Tra l’altro ci sono alcune relazioni che criticano la loro attività».

Così l’amministrazione riparte con diversi soggetti tra cui l’associazione Mare Amico onlus, riconosciuta a livello regionale (al contrario di Hidrosphera n.d.r.). «Sin da subito il sindaco ha assunto posizioni a noi contrarie – spiega Nannarelli –. Eppure nonostante possibili ostacoli di natura burocratica noi siamo titolati a svolgere questo servizio e la popolazione ha chiesto che noi restassimo. Noi lo facciamo per passione, ma siamo stati buttati fuori e non capiamo il motivo; oggi abbiamo un centro chiuso e assistiamo a tanta improvvisazione. Fortunatamente le tartarughe ce la faranno anche senza di me».

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