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La nuova cupola della mafia palermitana: blitz con 46 arresti

Pattuglie dei carabinieri

Cosa nostra, dopo anni, aveva ricostruito la storica Cupola. Emerge da una indagine della dda di Palermo che ha disposto il fermo di 46 persone tra cui il nuovo capo dell'organizzazione.

Il fermo è stato eseguito dai carabinieri del comando provinciale. Le accuse per gli indagati sono di associazione mafiosa, estorsione aggravata, intestazione fittizia di beni, porto abusivo di armi, danneggiamento a mezzo incendio, concorso esterno in associazione mafiosa.

Dall'inchiesta emerge che Settimino Mineo, 80 anni, ufficialmente gioielliere, un "curriculum" mafioso di decenni, è il nuovo capo di Cosa nostra.

Dopo la morte del boss Totò Riina, sarebbe stato designato al vertice della commissione provinciale che da anni ormai aveva smesso di riunirsi, segno che i clan avevano scelto di tornare alla struttura unitaria di un tempo.

Già condannato a 5 anni al maxi processo istruito da Giovanni Falcone, fu riarrestato 12 anni fa per poi tornare in libertà dopo una condanna a 11 anni.

"46 arresti e uno in particolare, quello di Settimo Mineo, rappresentano uno dei più duri colpi inflitti dallo Stato alla mafia. Mineo era stato infatti eletto 'erede' di Totò Riina dopo la sua morte. Per questa gentaglia in Italia non c'è più spazio. Grazie ai carabinieri e al pool di magistrati che hanno portato a termine questa grande operazione". Così il vicepremier e ministro del lavoro e dello sviluppo economico Luigi Di Maio commenta su Instagram l'operazione condotta in Sicilia.

"Stamattina i carabinieri hanno arrestato il successore di Totò Riina ai vertici della Cupola provinciale della mafia - commenta il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando su Facebook -. Grazie a magistrati e investigatori per questo importante risultato. Continuare a colpire forza militare e potere economico della mafia è indispensabile per garantire libertà e democrazia".

Sulla vicenda è intervenuta anche la presidente di Confcommercio Palermo, Patrizia Di Dio: ''L'operazione dei carabinieri contro la nuova cupola di Cosa nostra è la conferma del fatto che la mafia non è ancora vinta ma che bisogna fidarsi dello Stato e delle forze dell'ordine il cui lavoro è incessante e quotidiano e sta portando a risultati straordinari".

E aggiunge: "La mafia che si infiltra nell'economia cittadina è un pericolo, un attentato contro l'economia legale e la libera concorrenza, per questa ragione, nel rinnovare i sentimenti di profonda gratitudine ai carabinieri e alle forze dell'ordine e alla magistratura per l'opera svolta a tutela dei cittadini onesti, invitiamo tutti gli imprenditori e i commercianti a schierarsi sempre dalla parte dello Stato".

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