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Inchiesta "Beta 2" a Messina, giudizio a marzo per chi ha scelto l'abbreviato

tribunale messina

Fissata la data dell’udienza preliminare dell’operazione antimafia “Beta 2”. Il prossimo 14 marzo saranno giudicati dal gup Monica Marino i cinque imputati che hanno optato per il rito abbreviato: i fratelli Antonio e Salvatore Lipari, di 41 e 44 anni; Giuseppe La Scala, 51 anni; Maurizio Romeo, 37 anni; Salvatore Parlato, 63 anni. Nel procedimento penale risulta parte offesa il sindaco pro tempore del Comune di Messina.

Nei confronti dei cinque imputati e di Giovanni Marano, Michele Spina e Ivan Soraci i sostituti della Dda Liliana Todaro, Maria Pellegrino e Fabrizio Monaco, con il collega della Procura ordinaria Antonio Carchietti, avevano chiesto di procedere con il giudizio immediato. Istanza accolta dal gip Salvatore Mastroeni, il magistrato che a suo tempo aveva siglato l’ordinanza di custodia cautelare. Marano e Soraci hanno invece scelto il rito abbreviato.

L’indagine “Beta 2” è la naturale prosecuzione dell’inchiesta con cui i carabinieri hanno dato una spallata alla costola messinese di Cosa nostra etnea, guidata in città dalla famiglia Romeo. «Un gruppo criminale di stampo mafioso – ha sottolineato il gip Mastroeni –, riconducibile allo storico clan catanese Santapaola-Ercolano», all'interno del quale hanno «assunto un ruolo di primo piano» Romeo Vincenzo e i suoi più stretti familiari».

L'attività investigativa, avviata nel 2017, ha confermato l’immagine di «un’entità criminale capace di proiettare i propri interessi in diversi settori dell’imprenditoria, che non si è limitata a sfruttare parassitariamente, ma che ha pesantemente infiltrato e finanziato». Il tutto, ancora una volta, grazie alla particolare capacità d’interlocuzione con professionisti e ambienti istituzionali, «in un percorso trasversale in cui il ricorso alla violenza è rimasto sullo sfondo».

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