Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

La telefonata, la corsa e l’atroce scoperta a Messina: la notte dell’omicidio di Alessandra nel racconto del padre

Alessandra Immacolata Musarra

L’incubo comincia poco dopo le 2 della notte tra mercoledì 6 e giovedì 7 marzo. E’ una telefonata, seguita da un messaggio, a far scattare la catena di campanelli d’allarme che porterà, quando ormai si è fatto giorno, a scoprire il corpo senza vita di Alessandra Musarra. E’ toccato al padre fare l’agghiacciante scoperta dopo essere stato allarmato nel cuore della notte.

La cronologia di quelle terribili ore nei racconti fatti dagli stessi familiari di Alessandra. Tutto comincia con una telefonata ed un messaggio. Erano da poco trascorse le 2 quando, come ha raccontato il padre di Alessandra, gli arriva una chiamata di Cristian, “mi ha detto che aveva ricevuto una richiesta di aiuto da Alessandra”.

Passano alcuni minuti ed intorno alle 2,30 all’uomo arriva un messaggio sospetto dal telefono della figlia che gli chiede aiuto, scrive che l’ex fidanzato, con il quale non stava più insieme da cinque anni, “mi tiene ferma non mi fa aprire la porta”. Il padre di Alessandra, ancora non sa che quel messaggio non l’ha inviato la figlia.

Abitando a Santa Teresa Riva chiede al figlio che vive nell’appartamento sotto a quello di Alessandra di andare a controllare. Non ottenendo risposta, decide di recarsi personalmente a Santa Lucia sopra Contesse per vedere come stanno le cose. Arriva quando sono circa le 4 del mattino e trova Cristian fuori dalla porta. Bussano insieme alla porta di casa di Alessandra ma non ricevono risposta. Nessuno dei parenti della ragazza immagina il peggio. All’inizio pensano che Alessandra non volesse aprire perché intenzionata a starsene per i fatti suoi.

Il padre della ragazza ha detto di aver suggerito a Cristian di andare a dormire nella sua auto per riposarsi, vanno anche a prendere un caffè assieme. Quando ormai è giorno, la decisione di prendere la scala per entrare in casa attraverso una finestra. “Tornando abbiamo bussato di nuovo - prosegue - l’abbiamo chiamata senza ottenere risposta, allora ho preso una scala per salire dal balcone. Sale prima lui che apre la porta ed entro”. A questo punto la scoperta del corpo senza vita della ragazza e “l’urlo spaventoso” sentito dai parenti che si trovano al piano inferiore, la conferma a quel sospetto non dichiarato, che con il passare del tempo si faceva largo, che qualcosa di veramente terribile era accaduto ad Alessandra.

L’arrivo dei soccorritori del 118 purtroppo servirà solo per constatare l’avvenuto decesso della ragazza. E’ lo stesso personale dell’ambulanza, intorno alle 8,30 ad avvisare la Polizia di Stato. Le indagini prendono subito il largo e Cristian è convocato negli uffici della Squadra mobile. Comincia l’interrogatorio fiume che sfocia nel fermo di Pg. La giornata da incubo si conclude intorno alle 23,20 quando Cristian esce dalla Questura per essere trasferito nel carcere di Gazzi.

Caricamento commenti

Commenta la notizia