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Padre e figlio uccisi allo Zen di Palermo, si costituisce un vicino di casa

Il presunto assassino di Antonino Lupo, 53 anni, e del figlio Giacomo di 19 anni, uccisi ieri sera a colpi d'arma da fuoco nel quartiere Zen di Palermo, si è costituito. Si tratta di un vicino di casa dei Lupo, Giovanni Colombo, con precedenti per essere stato condannato nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Aldo Naro, il giovane medico ucciso nel 2015 nel corso di una rissa in una discoteca proprio allo Zen.

L'uomo si è presentato al comando provinciale dei carabinieri, accompagnato da un avvocato, dicendo di essere il responsabile.

Naro venne colpito con un calcio da un giovane 17enne, Andrea Balsano, che confessò il delitto ed è stato già condannato a dieci anni. Colombo, insieme ad altri due amici, Pietro Covello e Mariano Russo, anche loro condannati a due anni, sarebbe stato tra i protagonisti della rissa avvenuta nel locale.

Anche il duplice omicidio di ieri, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe legato a una lite avvenuta tra Giacomo Lupo, campione di pugilato, e Giovanni Colombo. Nella discussione sarebbe intervenuto anche il padre del giovane, Antonino Lupo, pregiudicato per reati legati al traffico di stupefacenti.

L'omicidio è avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri allo Zen, uno dei quartieri più difficili della periferia nord del capoluogo siciliano. Ieri la famiglia Lupo aveva festeggiato in famiglia il compleanno di Giacomo, che aveva compiuto 19 anni, un ragazzo dal fisico possente e con la passione per il pugilato.

Padre e figlio sono stati uccisi questa sera con colpi d'arma da fuoco in un agguato tra i casermoni rosa chiamati "padiglioni" con all'interno delle "corti" che nelle intenzioni del progettista, l'architetto Vittorio Gregotti, dovevano ricreare l'ambiente dei vicoli del centro storico, e che invece sono diventati il luogo ideale per lo spaccio degli stupefacenti.

L'imboscata è scattata in via Rocky Marciano, a poca distanza dall'abitazione delle vittime, in via Agesia di Siracusa. Subito dopo la sparatoria alcuni familiari, che hanno sentito i colpi di pistola e hanno intuito quanto stava accadendo, sono scesi in strada e hanno caricato su un'auto Antonino Lupo, che sembrava il più grave, mentre Giacomo è stato soccorso da un'ambulanza del 118. Una corsa che si è rivelata inutile.

Quando sono arrivati nel Pronto soccorso dell'ospedale Villa Sofia Antonino e Giacomo Lupo erano già morti. Davanti all'astanteria dell'area di emergenza si è immediatamente radunata una folla di parenti e amici delle due vittime che hanno cominciato a urlare e a dare in escandescenze.  Una scena che si ripete spesso in queste occasioni.

Gli agenti di polizia, intervenuti sul posto, hanno dovuto faticare non poco per sedare gli animi e riuscire a riportare la situazione sotto controllo. I due cadaveri sono stati trasferiti nella camera mortuaria, in attesa dell'arrivo del medico legale che dovrà eseguire l'autopsia e del sostituto procuratore di turno chiamato a coordinare l'inchiesta.

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