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Voto di scambio in Sicilia, l'assessore regionale Cordaro: "È un caso di omonimia"

Toto Cordaro, assessore al territorio della Regione Sicilia

Ci sarebbe uno scambio di identità nell’indagine della Procura di Termini Imerese a danno dell’assessore regionale al Territorio Toto Cordaro, che nel pomeriggio ha convocato i giornalisti.

«Sono stato ritenuto soggetto pregiudicato e pluri-condannato quando io come si evince dai carichi pendenti non ho alcun precedente penale - ha detto l’assessore - Il Salvatore Cordaro citato sarebbe nato il 18 agosto 1971 e già pregiudicato, io sono nato il 18 agosto 1967. Ho appreso della indagine a mio carico da un giornalista, non ho ancora le carte e vi dico fin d’ora che sono del tutto estraneo. Ma quello che è successo è un assurdo perché il presidente Musumeci avrebbe messo in giunta un pregiudicato».

"Come si può immaginare - ha spiegato - la vicenda è drammaticamente delicata, ho scoperto dalla stampa il 15 marzo che sarei un recidivo».

«Segnalo una macroscopica e grossolana superficialità che ha recato un gravissimo danno alla mia immagine. Mi si attribuisce una recidiva generica, che riguarda solo chi è stato condannato, e io non lo sono mai stato. Musumeci avrebbe così messo in giunta un pregiudicato. Assurdo. Valuto anche l’ipotesi di chiedere i danni». Prosegue Cordaro.

«Ho letto sulla stampa che io, Assessore all’Ambiente della Regione siciliana sarei già interessato da una recidiva generica - ha spiegato Cordaro ai giornalisti - se penso che la contestazione della recidiva è una delle cause che può indurre il giudice a valutare una detenzione in carcere, mi vengono i brividi».

«Dopo aver letto questo articolo ho chiesto un casellario giudiziario a mio nome a Termini Imerese e ho scoperto che esiste un Totò Cordaro nato il 18 agosto del 1971, pluricondannato, con due sentenze passate in giudicato, una delle quali per lesioni personali e sospensione della patente. Naturalmente non sono io». L’assesore in carica del governo Musumeci infatti è nato nel 1967, sfortunatamente lo stesso 18 agosto del suo omonimo pregiudicato. «Un dato così macroscopicamente errato mi desta preoccupazione, per il ruolo che occupo queste indagini mi colpiscono più degli altri sia giudiziariamente che mediaticamente. Buona fede certamente, ma sono costretto a denunciare una cosa che non mi riguarda, se cominciamo così...».

«Mi auguro da istituzione quale sono e mi sento che anche la procura di Termini Imerese lavori nel rispetto reciproco, mi sorprende questa superficialità, nelle prossime settimane utilizzerò il mio tempo per dimostrare la mia innocenza, spero voglia la Procura correggere questa falsa partenza, io mi metterò a disposizione per chiarire senza equivoci la mia posizione».

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