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Mafia, clan di Bagheria: ribaltate le sentenze in Appello, solo 3 assoluzioni

Corte d'appello

La sentenza di primo grado era stata quasi un liberi tutti: ora la quarta sezione della corte d’appello di Palermo ribalta le assoluzioni di primo grado e condanna una serie di boss e gregari della cosca di Bagheria, confermando solo tre assoluzioni e infliggendo quasi sessant'anni di carcere in più per una serie di estorsioni.

Rispetto alle decisioni del Gup Gigi Omar Modica, adottate con due diverse sentenze, il 3 e il 14 aprile 2017, sono adesso stati ritenuti colpevoli Gioacchino, detto Gino, Mineo che ha avuto 8 anni; Giacinto Di Salvo, già stato condannato, ma adesso con una pena aumentata a 11 anni, in continuazione con una precedente condanna; Nicolò Eucaliptus, assolto dal Gup, ha avuto invece 8 anni; Giuseppe, detto Pino, Scaduto, 10 anni; Onofrio Morreale, 8 anni e sei mesi; Giovanni Trapani, 8 anni; anche per Pietro Liga sono stati riconosciuti più reati rispetto alla decisione del Gup e per lui la pena è aumentata a 11 anni e mezzo in continuazione; Giacinto Tutino è stato condannato a 4 anni; Francesco Lombardo a 4 anni e 8 mesi, Paolo Liga a 8 anni, stessa pena inflitta ad Andrea Fortunato Carbone.

Il collegio, presieduto da Mario Fontana, che ha emesso la decisione ieri a tarda sera, ha poi confermato le condanne di Francesco Mineo, che dovrà scontare 7 anni, Silvestre Girgenti e Francesco Centineo, che hanno avuto 6 anni e 8 mesi a testa.

Assolti invece, così come in primo grado, Giovanni Mezzatesta, Salvatore Lauricella e Umberto Guagliardo.

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