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Un hotel, case, aziende: confisca milionaria ad imprenditore di Alcamo vicino ai boss

Tribunale Palermo

La Dia di Trapani ha notificato all’imprenditore originario di Alcamo Giuseppe Amodeo ed ai suoi familiari il decreto di confisca del loro patrimonio disposto dalla la Corte d’Appello di Palermo.

Amodeo è un imprenditore noto nella provincia trapanese sia per le attività nel settore edilizio, che in quello turistico alberghiero. Da anni ha spostato il centro dei suoi interessi nella cittadina di Castelvetrano, dove gestiva con la sua famiglia una rinomata struttura alberghiera con annessa sala ricevimenti situata lungo la strada che conduce al parco archeologico di Selinunte: l'Esperidi Park.

Nella seconda metà degli anni novanta, era rimasto coinvolto in una vasta indagine giudiziaria che portò alla luce gli intrecci tra mafia ed imprenditoria nel capoluogo trapanese. Insieme a numerosi altri imprenditori fu tratto in arresto e gli vene contestata l’ipotesi di reato di concorso in associazione mafiosa, in quanto ritenuto imprenditore “a disposizione” dei più autorevoli esponenti mafiosi dei pericolosi “mandamenti” di Trapani ed Alcamo, ovvero Vincenzo Virga e Antonino Melodia, entrambi attualmente detenuti all’ergastolo.

Più di recente, Amodeo è stato processato e definitivamente condannato per il reato di truffa ai danni dello Stato e delle Comunità Europea per aver illecitamente percepito finanziamenti pubblici destinati alla realizzazione di attività imprenditoriali nel settore turistico.

Sono stati sottoposti a confisca, in tutto o in parte, i compendi aziendali ed il relativo capitale sociale delle società: Amodeo Costruzioni s.r.l., Eat e Fly s.r.l, Dedalo s.r.l., Cange Hotel s.r.l., Società Semplice di Francesca Impellizzeri, 159 unità immobiliari catastalmente censite tra terreni e fabbricati sia ad uso abitativo che ricettivo, partecipazioni societarie, beni mobili registrati e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo ascendente alla somma di quaranta milioni di euro circa.

«Il provvedimento di confisca emesso dalla Corte di Appello di Palermo nei confronti di Giuseppe Amodeo e dei suoi familiari è già stato impugnato innanzi la Suprema Corte di Cassazione dagli avvocati Baldassare Lauria e Paolo Paladino, i quali ritengono sussistenti plurime violazioni di legge». E’ quanto si legge in una nota dei legali. «In primo grado, il Tribunale di Trapani aveva affermato, respingendo la proposta della Dia, l’estraneità di Giuseppe Amodeo da ogni forma di contiguità con esponenti mafiosi.

Sul punto avevano riferito il capo della squadra mobile di Trapani, Giovanni Leuci, il dirigente della Dia di Trapani, colonnello Rocco Lo Pane, ed Giuseppe Linares, direttore del servizio centrale anticrimine del Viminale, riconoscendo la distanza del proposto dall’ambiente mafioso, dallo stesso anzi contrastato con denunce delle avvenute estorsioni - si legge nella nota degli avvocati - Alla luce di tali risultanze processuali, i legali credono fortemente che la confisca disposta sia illegittima, certi della totale estraneità della famiglia Amodeo da ogni dinamica affaristico-mafiosa, così come affermato anche da alti funzionari dello Stato.

Inoltre, va precisato che il  provvedimento ablatorio è stato emesso prima della sentenza 24/2019 della Corte Costituzionale, nella quale sono stati affermati dei principi di diritto cui il decreto del giudice verosimilmente dovrà conformarsi. Primo tra tutti, il principio di legalità che esige che ogni misura limitativa della libertà personale dell’individuo o comportante una compressione del diritto di proprietà debba essere fondata su di una norma che ne determini con precisione e tassatività i presupposti di applicazione.

Alla luce di ciò, sono pertanto escluse valutazioni generiche e nebulose, riconducibili a categorie indefinite come 'traffici delittuosi» et similia, che sembrano avere trovato spazio anche in questo procedimento».

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