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Prostituta nigeriana uccisa a sprangate a Modena, confessa un siciliano

È stato fermato in tarda serata il presunto responsabile dell’omicidio della donna, trovata cadavere ieri mattina a Modena in un fosso, in stradello Toni, nella frazione di Albareto. Leopoldo Salici, palermitano di 41 anni, si è costituito nel tardo pomeriggio nella caserma dei carabinieri e poi è stato interrogato dal pm Angela Sighicelli.

La vittima, Benedita San, 40 anni, prostituta nigeriana, sarebbe stata uccisa a sprangate. L’omicidio potrebbe essere avvenuto a seguito di una lite per un rapporto non consumato, o non gradito. La vittima sarebbe stata colpita più volte, alla testa e al volto.

Secondo le indagini che sono in mano alla squadra mobile della polizia, la 40enne potrebbe essere stata uccisa altrove, poi il corpo abbandonato appunto nelle campagne alle porte di Modena, dove un passante ieri in tarda mattinata lo ha notato all’interno di un fosso.

Secondo le prime ricostruzioni l'uomo avrebbe caricato la vittima su un furgone, a Modena, preso in prestito da un amico, poi, nel corso di un rapporto sessuale o nei momenti immediatamente successivi, l'avrebbe colpita più volte al capo e al volto con una morsa da banco, un utensile dal peso di diversi chilogrammi, dopo una discussione sulla prestazione, ma non legata al compenso economico, avvenuta sempre all’interno del mezzo.

Il procuratore capo Lucia Musti ha spiegato che «le indagini a 23 ore dal fatto non possono dirsi di certo concluse, ma alle 20 e 20 di ieri, confermo, abbiamo sottoposto a fermo l’uomo che si è presentato spontaneamente alla caserma dei carabinieri di Pavullo». È proprio sul racconto di Scalici che gli inquirenti stanno ricostruendo l’accaduto, tutte parole da vagliare e comprovare.

Scalici, incensurato, disoccupato e senza una dimora fissa, avrebbe guidato per un lasso di tempo ancora da stabilire con la donna ormai morta sul furgone, decidendo poi di liberarsi del cadavere, in un fosso. È stato poi un passante a notare il corpo e a dare l’allarme.

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