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"Operai nelle serre in condizioni disumane", due imprenditori arrestati a Scicli

Pagati 3 euro l'ora per lavorare nelle serre e in azienda agricola e costretti a vivere in abitazioni fatiscenti in condizioni di lavoro e di vita che gli inquirenti hanno definito "disumane". Con questa accusa sono stati arrestati M.C. di anni 40 e P.C. di anni 53 per sfruttamento della manodopera.

La Polizia di Stato - Squadra Mobile e Commissariato di Modica – coadiuvati dal personale del Commissariato di Modica, dall’Ispettorato del Lavoro e dall’Asp (Ufficio Igiene e Spresal, servizio prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro) hanno effettuato alcuni controlli presso aziende nel territorio di Scicli.

Così in un'azienda florovivaistica di Scicli hanno trovato numerosi lavoratori di varie nazionalità che lavoravano nelle serre di un’azienda agricola e che curavano il bestiame di un’azienda attigua che si occupa di zootecnica, gestita dal padre di uno degli arrestati. Dai controlli sarebbero emerse diverse violazioni nell’impiego dei lavoratori. Infatti, anche se formalmente erano stati assunti (ad eccezione di alcuni privi di contratto), di fatto non avrebbero percepito la paga prevista dalle norme, ma sarebbero stati pagati in alcuni casi anche 3 euro l’ora. Inoltre, lo Spresal avrebbe constatato che nessuno dei lavoratori indossava i dispositivi di protezione, neanche coloro che utilizzavano i fitofarmaci così come disposto dai titolari. I lavoratori hanno dichiarato di non aver mai frequentato un corso di formazione per l’impiego di materiali tossici per la salute ed altamente pericolosi.

Tra i dati più gravi riscontrati, sarebbe emerso che alcuni magazzini ed immobili fatiscenti erano stati trasformati in abitazioni (sono in corso accertamenti sui probabili abusi edilizi) dove vivono abitualmente parte dei lavoratori, in particolar modo i rumeni ed i centro africani. I lavoratori venivano impiegati in totale assenza di condizioni di sicurezza e pagati in modo difforme rispetto a quanto indicato dai contratti di settore.

La gravità dei fatti riscontrata ha indotto gli investigatori ad arrestare i due titolari, in particolar modo per le condizioni disumane dei lavoratori che vivevano all’interno dell’azienda. I due titolari sono soci di tre aziende insieme ad altri due soggetti che sono stati denunciati in stato di libertà perché hanno mantenuto una condotta meno grave rispetto agli altri soci pur approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori.

Ben 14 gli operai impiegati, molti dei quali stranieri (rumeni, nigeriani, senegalesi, tunisini), che hanno riferito in maniera concorde le assurde condizioni di sfruttamento.

Le aziende gestite da 4 persone si occupavano di coltivazione di piante e fiori, ma uno degli indagati, il padre di uno degli arrestati, si occupava di allevare mucche da latte.

Nel corso dei controlli sono state anche comminate diverse sanzioni per i importi in corso di definizione.

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