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"Vicino alla famiglia mafiosa di Mistretta", confisca per un imprenditore edile di Sant'Agata

Uno dei beni confiscati

Passano allo Stato i beni di Antonio Smiriglia, imprenditore edile di Sant'Agata di Militello, considerato vicino alla famiglia mafiosa di Mistretta per un totale di 4,5 milioni di euro.

Una operazione della Dia di Messina, supportata dal Centro Operativo Dia di Catania, ed in collaborazione con la Direzione Distrettuale Antimafia di Messina.

La confisca riguarda immobili e terreni ricollegabili all'imprenditore operante nel settore del movimento terra e della produzione del calcestruzzo.

"L’attività - si legge in una nota della Dia - è strettamente collegata a precedenti sequestri patrimoniali eseguiti dalla Sezione Operativa di Messina, a fronte di articolate attività d’indagine culminate con una proposta di misura di prevenzione personale e patrimoniale a firma del Direttore della Dia".

Smiriglia, pur essendo stato coinvolto in numerose investigazioni giudiziarie - tra cui "Omega", "Scipione", "Dionisio", "Autostrada" e "Montagna" - non ha mai subito provvedimenti di condanna per reati associativi o connessi agli ambienti della criminalità organizzata. Dagli atti d’indagine emergerebbe comunque, secondo gli inquirenti, come la sua figura di imprenditore risulti “legata” alla criminalità organizzata attiva prevalentemente nell’area nebroidea e barcellonese, ed in particolare alla “famiglia di Mistretta”, influente lungo la fascia costiera tirrenica.

Con il provvedimento di oggi sono state sottoposte a confisca 7 aziende, operanti nel settore del movimento terra e della produzione di calcestruzzo e costruzioni edili, diversi fabbricati e terreni nei comuni di San Marco d’Alunzio e Sant’Agata di Militello, veicoli, moto e rapporti finanziari, per un valore complessivo di oltre 4,5 milioni di euro. Contestualmente è stata disposta nei confronti di Smiriglia l’applicazione della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, per la durata di tre anni.

La misura di oggi scaturisce da una complessa attività d’indagine condotta dalla Dia di Messina, culminata con una proposta di applicazione di una misura di prevenzione personale e patrimoniale a firma del Direttore della Dia, in sinergia con la Dda di Messina, guidata da Maurizio De Lucia, che ha svelato l’evidente incongruenza dei redditi dichiarati dell’intero nucleo familiare di Smiriglia con il patrimonio accumulato nel tempo.

La famiglia mafiosa di Mistretta, al quale si ritiene che Smiriglia sia vicino, in passato era guidata da Sebastiano Rampulla, ora deceduto, “rappresentante di cosa nostra” per l’intera provincia di Messina e fratello di Pietro, quest’ultimo condannato all’ergastolo dalla Corte di Assise d’Appello di Caltanissetta, poiché ritenuto “l’artificiere” della strage di Capaci.

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